24 giugno 2020

Vipra, una lente di ingrandimento sul mondo

Essere consapevoli delle proprie capacità e capire quando è importante fermarsi non è una cosa semplice, soprattutto nel momento in cui si è trascinati dalla corrente della notorietà e trovi una folla sempre più entusiasta ai piedi dei palchi su cui ti ritrovi a suonare. È per questo motivo che la decisione dei Sxrrxwland (anche conosciuti come Osore, Tremila e Vipra) di fermarsi è una scelta ragionata, che dimostra il raggiungimento di una maturità artistica tale da elevare il concetto di arte e metterlo in primo piano, avendo una visione ben precisa di cosa significa fare musica e cultura per la collettività, senza farsi guidare dall’egoismo, ma restando sinceri.

Il funerale dei Sxrrxwland si è tenuto qualche mese fa, lasciando una scia di tristezza, ma anche un velo di speranza nei confronti di una situazione che nessuno ancora sa, nemmeno i tre giovani predatori, se sarà temporanea o permanente. L’importante è la motivazione, che si rifà ad una presa di coscienza del collettivo artistico, che non si sentiva pronto per produrre ancora qualcosa che potesse mantenere una certa coerenza con ciò che Sxrrxwland rappresentava. Si chiude una porta ma si apre un portone, così ci figuriamo questa scelta. Una porta chiusa per noi ascoltatori, che ci faremo bastare lo storico del gruppo, ma un portone che si apre e si dirama in sentieri tutti da scoprire. Uno di questi sentieri prende il nome di Giovanni Vipra, che ora ha intrapreso un percorso da solista, distanziandosi da ciò che era il collettivo artistico, almeno per quanto riguarda le sonorità, molto più tenui e intime. Se con i Sxrrxwland riuscivamo a sentirci parte di una subcultura che subiva la pesantezza e l’oppressione di una società malata, con Vipra ci ritroviamo a riflettere sulla nostra individualità rispetto a quella stessa subcultura.

Con Ragazzino l’abbiamo riscoperto in una veste più personale e, se vogliamo, anche più fragile. Un brano emotivamente forte in cui troviamo un ragazzo che in modo molto semplice narra la sua vita, ma che allo stesso tempo racconta anche quella di tanti altri giovani d’oggi, che spesso e volentieri hanno a che fare con pregiudizi e dinamiche che hanno la sola conseguenza di bloccare le ali di tanti ragazzini pronti a spiccare il volo.

Voglio la vita lunga e la memoria corta /
Per provare tutto per la prima volta /
Ancora, ancora

La traccia si apre con un piano molto dolce, che arricchisce il testo e lo rende ancora più melanconico. Una delle caratteristiche della scrittura di Vipra è proprio quella di essere molto evocativa e di permettere all’ascoltatore di visualizzare ciò che sta ascoltando. Che siano ricordi personali o una situazione immaginaria, con la voce di Giovanni nelle orecchie diventa semplicissimo chiudere gli occhi e dare forma a ciò che ci racconta. Già con i Sxrrxwland avevamo sperimentato questo aspetto, ma con una minor potenza ed efficacia rispetto a queste ultime tracce da solista, la cui intimità tocca più facilmente le corde dell’animo.

Ma tu non l’hai capito mai /
Perché faccio il ragazzino

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Una scrittura all’apparenza semplice ma dai tratti introspettivi, che fa emergere l’immaginario da “ragazzo incompreso” che ritroviamo anche in Bene Dai, ultima traccia dell’artista. A chi non è mai capitato di sfuggire ad un “Come stai?” rispondendo “Tutto bene dai"? Dove quel “dai” spesso e volentieri si configura come un appello inconscio a dare il peso corretto ad una domanda che ormai ha preso le sembianze di un intercalare. Bene Dai è il manifesto di una società sempre più superficiale, che si dimentica dell’esistenza di una dimensione emotiva più profonda, nascondendosi dietro a stereotipi di vita che vanno dal lavoro perfetto alla casa dei sogni, e dimenticandosi dell’umanità, abbandonata sul fondo. È un pezzo che Asian Fake presenta come una canzone «Su tutte quelle risposte che non hai voglia di dare alle domande sbagliate».

Il giovane d’oggi non vedrà mai il suo cognome sul citofono perché una casa di proprietà sembra esistere solo su un universo parallelo, e probabilmente nemmeno gli interessa, perché vede la ricchezza in un altro modo, punta alle soddisfazioni emotive e non a quelle materiali del possedere qualcosa. Cerca di ignorare i cosiddetti boomer che credono che quello dell’artista non sia un lavoro ma un hobby, portando avanti quell’idea dalla barba bianca che sia solo il titolo di studio a definire l’intelligenza di una persona. È anche di questa mentalità fossile che parla Bene Dai, dando voce a quei pensieri che spesso ci attraversano la testa e ci fanno sentire un pesce fuor d’acqua all’interno di un tessuto sociale che ci sta stretto.

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Ascoltando Bene Dai ci sembra di essere su una barca in mezzo al mare, sentiamo lo stridio dei gabbiani e ci facciamo cullare dalla voce di Vipra e dal suo falsetto che timidamente apre il pezzo. Quegli stessi gabbiani si trasformano in scimmie all’attacco della prima strofa, come se volessero simboleggiare la confusione della nostra giungla interiore mascherata da quel bene dai che dall’esterno ci fa apparire così tranquilli. Le sonorità estive e dinamiche, dalle sfumature hawaiane, si contrappongono alle dimensioni statiche del testo in cui spesso troviamo la descrizione di momenti di riflessione o di quel senso di impotenza che si prova di fronte al mondo che brucia, mentre noi piangiamo sperando che si spenga. È un pezzo dai toni elettronici e dalle sfumature lo-fi, che ci fa supporre l’influenza di artisti come Clairo e Oliver Tree. Sull’ultimo ritornello sentiamo una nota più aggressiva data dalla voce filtrata del cantante, che ci ricorda alcune acrobazie musicali dei Subsonica.

La produzione del pezzo è di Mr. Monkey, che ha fatto un lavoro spettacolare e in perfetta simbiosi con l’estetica della scrittura di Vipra. Bene Dai è una ventata d’aria fresca che arriva dopo mesi in cui tutti noi «Sembravamo la scena del delitto / Sdraiati di schiena a fissare il soffitto» ed è la riconferma del potenziale di Vipra, che passo dopo passo sta costruendo un percorso molto interessante, che fa della profondità una costante. Già chi amava i Sxrrxwland si era abituato alla sfida dei preconcetti e alle vite tormentate di questi giovani predatori. Percorrendo quello stesso sentiero in solitaria, Vipra ci porta a riflettere su quelle stesse tematiche, con dei toni meno dark ma ancora più introspettivi, rivelandosi uno degli artisti da tenere d’occhio in questo 2020.

Miriam Gangemi x Futura 1993: il network creativo creato da Giorgia e Francesca che attraversa l’Italia per raccontarti la musica come nessun altro. Seguici su Instagram, Facebook e sulle frequenze di RadioCittà Fujiko, in onda martedì e giovedì dalle 16:30.