Michael David Rosenberg è un cantautore e musicista inglese, la cui carriera solista è iniziata nel 2009. Precedentemente, infatti, era il leader di un’omonima band, fondata nel 2003 insieme ad Andrew Phillips. Ciò è ancora fonte di confusione, tanto che spesso, durante i suoi concerti Mike si è ritrovato ad affermare scherzosamente: «Forse c’è qualcuno di voi che si aspettava una band dietro di me ma devo deludervi… ci siamo solo io e la mia chitarra».
Il successo mondiale, però, esplode nel 2012, quando in tutto il mondo iniziano a risuonare le note del suo singolo di maggior successo, Let her go. Il pezzo diventa in brevissimo tempo una hit, non c’è radio che non la trasmetta a tutte le ore del giorno e della notte. Dal 2014 in po' l' l'artista ha iniziato ha pubblicare nuova musica con il ritmo impressionante di un disco all'anno che lo ha portato, lo scorso 8 gennaio, alla pubblicazione del suo tredicesimo disco in studio Songs for the Drunk and Broken Hearted, pubblicato per Cooking Vinyl/Egea Music/The Orchard e prodotto dall'amico e collaboratore storico Chris Vallejo. L'album è stato realizzato con la collaborazione di Ecologi ed Eden Reforestation Projects, un'organizzazione senza scopo di lucro focalizzata a ricostruire paesaggi naturali distrutti dalla deforestazione. Verrà infatti piantato un albero per ogni copia fisica venduta tramite lo store ufficiale dell'artista.
L'uscita del disco era stata originariamente prevista nel maggio 2020, ma dal momento in cui la pandemia ha sconvolto il mondo, l'artista si è reso conto che il lavoro non era del tutto finito. Alcuni brani non sembravano più adattarsi e sono quindi stati esclusi, mentre sono state aggiunte tre nuove canzoni, tra cui l'opening track Sword from the Stone, scritta durante la quarantena ed eseguita per la prima volta in acustico su YouTube questa primavera.
I couldn’t be prouder of this record. Its been a long road to get to this point but I think the album is all the better for it… we thought we’d finished it early last year and had it all ready to come out in May but due to lockdown/general global meltdown we decided to hold it back and I’m so glad we did… In that time I wrote a bunch of new songs and ended up adding a few of them to the album.
In attesa di poter tornare finalmente a suonare dal vivo davanti a un pubblico in carne e ossa, per festeggiare l'uscita del disco, domenica 10 gennaio Passenger si è esibito in un intimo e magico concerto in streaming, in diretta dalla Royal Albert Hall di Londra. Un'ora di live in cui sei brani tratti da questo nuovo lavoro si sono alternati a grandi classici e a piccoli spezzoni di intervista. Un modo, come dichiarato dallo stesso artista, per ringraziare e sentire più vicini tutti coloro che hanno acquistato l'album e i biglietti per il suo tour mondiale, già sfortunatamente rimandato due volte. Nella speranza di poter riabbracciare i propri fan il più presto possibile.
La traccia di apertura è Sword From The Stone, una dedica a cuore aperto alla sua ex ragazza che colpisce immediatamente come un pugno allo stomaco. Si tratta non solo di uno dei brani migliori di questo album, ma anche di una delle canzoni più intime, personali e oneste che Passenger abbia mai pubblicato.
How are your Mum and Dad
How’s your Brother too
My folks are holding up
My sister’s pulling through
And both the cats say hi
I know they miss you too
Scritta nel pieno del primo lockdown, mentre il sentimento di sconforto, stranezza e solitudine per ciò che stava succedendo nel modo si è andato a sommare al dolore provocato dalla fine di una relazione importante. Quando una storia d'amore finisce è inevitabile sentirsi estremamente vulnerabili per qualche tempo. Si è abituati alla sicurezza di stare con qualcuno e, all'improvviso, ci si ritrova soli («I can’t do it on my own»). Ci si sente arrabbiati, si beve un po' troppo e si tende a prendere decisioni sbagliate. E' una sorta di sentimento universale, che quasi tutti a un certo punto della propria vita si trovano ad affrontare.
Il prossimo 15 gennaio, verrà pubblicata Sword from the Stone (Gingerbread Mix), una versione speciale del brano, prodotta da Ed Sheeran e Joe Rubel e mixata da Spike Stent.
There’s always been talk of a duet or working together in some capacity. I’d sent him this song cause I was really excited about it. Ed’s such a clever guy. His musical understanding and ear is exceptional. To have someone like him come and do a version is beyond a privilege. I’m very lucky to have friends like him.
Si prosegue poi con i toni più scanzonati di Tip of My Tongue, che riflette sulla fugacità del tempo e sulle occasioni sprecate («so I saved it up for a rainy day even though that day may never come») e con le chitarre incalzanti di What you are Waiting for’, che pone al centro una sensazione di perenne insoddisfazione che impedisce di godersi appieno i propri risultati.
You live the dream, but you're still a dreamer
Your glass is full, but you're never fulfilled
Your grass is green, but their grass is greener
You'll never make it to the top of the hill
The Way That I Love You è costruita su una lenta melodia acustica, quasi una ninna nanna, che include chitarra, archi, bonghi e voce e, all'apparenza, sembrerebbe una dolcissima canzone d'amore («if only you could love yourself the way that I love you»). Il brano è in realtà stato composto dall'artista per la sua ragazza ma, sfortunatamente, solo poche settimane dopo averlo scritto, la loro relazione è arrivata al capolinea. E' stato solo allora che ha capito che non era una semplice dedica da parte di un uomo innamorato, ma forse inconsciamente il suo modo per salutarla («if you ever lose yourself out there come on home and I’ll sing you this song»).
Se conoscete la storia musicale di Passenger, saprete bene che buona parte del suo progetto si fonda sullo storytelling e che il meglio di sé lo da proprio quando non si limita a cantare un brano, ma attraverso la sua musica racconta delle vere e proprie storie. Non sempre i personaggi che le compongono sono persone straordinarie, anzi, il più delle volte si tratta di gente comune e, spesso, dimenticata; negli album precedenti spiccavano, solo per citarne alcuni, i racconti e i protagonisti di Riding to New York, David, Travelling Alone o To Be Free. Qui abbiamo Remember To Forget che, con le sue vibes vagamente country, ha per protagonista un ragazzo ubriaco e con il cuore spezzato.
Well I'm an overthinker
A daydreamer, a heavy drinker
An in-betweener
Proppin' up the bar, like it's gonna fall down
I'm a, shit talker
A bad joker, a Johnny Walker
A chain smoker
Everyone knows it all over town
In particolare, è una canzone dedicata a un personaggio che, prima o poi, abbiamo incontrato tutti nella nostra vita e, probabilmente, abbiamo fatto del nostro meglio per ignorarlo. Il ragazzo che barcolla davanti a te e ai tuoi amici mentre bevi tranquillamente qualche birra e cerca di convincerti a far festa. Il ragazzo che inciampa nel tuo tavolo mentre sei nel mezzo di una cena romantica e finisce per versarti addosso tutto il contenuto del suo bicchiere. Il ragazzo che ti si avvicina troppo e pronuncia frasi senza senso con l'alito che odora di whisky e sigarette mentre tu stai guardando la tua squadra del cuore che perde una partita. Il ragazzo che sale sul palco barcollando ed è convinto di essere il nuovo cantante solista della band. Insomma, un ragazzo goffo, invadente e fastidioso ma che, alla fine dei conti, avrebbe solo bisogno di sentire un po' di calore umano («I know it sounds strange, and I've got nothing to exchange. But, I wondered if you could help me remember to forget»).
Si passa poi a Sandstorm, il brano più lungo del disco nonché, insieme alla traccia di apertura, sicuramente il migliore. Introdotta da un intro morbido e sottile, esplode successivamente in una produzione corposa e potente, in cui si intrecciano batteria, corni e archi. Qui il ruolo del musicista si confronta e scontra con quella del fidanzato, immaginando di tornare a casa dopo mesi di tour e ripiombare improvvisamente nella vita della sua compagna, ormai abituata a vivere la propria routine da sola («I know I'm not easy to understand»).
Il brano che da il titolo all'album è A Song For The Drunk and Broken Hearted. Il video ufficiale vede Passenger e i membri della band vestiti da clown scoraggiati e dal cuore spezzato e l'idea di ambientarlo all'interno di un bar semivuoto e dalle tinte molto cupe aiuta a far emergere la storia raccontata nella canzone. Lo stesso artista ha dichiarato di essere un grande fan di Joker e, dato che nel ritornello si trovano riferimenti a jokers e ‘jester, questa è stata l'occasione perfetta per mascherarsi.
Summer always fades too soon like the laughter of a clown
And shadows fill the room where sorrows come to drown
Your heart’s a lead balloon as you sink another one down
Suzanne si basa su piano e voce ed è la naturale continuazione di A Song for the Drunk and Broken Hearted e si focalizza su un tema ricorrente nelle sue canzoni, ovvero quello della natura fugace della giovinezza e l'inevitabile passare del tempo («for time takes everything she likes and youth will leave like a thief in the night»).
Il video che accompagna il brano riprende dal punto in cui il primo singolo si era interrotto: in un bar semivuoto dove la messa a fuoco della telecamera si allontana dalla triste band di clown per inquadrare una anziana donna ubriaca e dal cuore spezzato. Il suo nome è Suzanne e appare intenta a riflettere sul suo passato e sui giorni in cui, giovane e bellissima, aveva tutta la vita davanti a sé («you were young and the lights were bright, you went dancing in to the night, you always said it would turn out alright»), mentre ora è costretta a guardare da lontano un tempo che non può più riavere indietro («now you're old and the lights are dim, the band won't play and the man won't sing all the songs that he sang when you danced with him»).
Il cuore spezzato torna a farsi sentire in Nothing Aches Like a Broken Heart («don't try to love again too soon, you're rubbing salt in an open wound. Nothing aches like a broken heart»), che ci accompagna verso la parte finale del disco. Il brano conclusivo è London in the Spring, una canzone scritta nel vivo della Brexit e che lascia un messaggio di rinascita e speranza. L'ispirazione è arrivata mentre l'artista stava guidando per Londra durante un pomeriggio luminoso e soleggiato e fuori dal finestrino vedeva la città pulsare contemporaneamente di forte bellezza e di una crescente malinconia. Si tratta di un invito a comprendere e godersi la bellezza delle piccole cose, come una tranquilla passeggiata per Londra accompagnati dalla brezza primaverile, anche quando tutto va storto («we forget how to enjoy the simple things, like walkin' through London in the Spring»). Il brano si chiude con una strofa dolce amara che si focalizza sulla forte disparità socioeconomica presente nella capitale inglese e con l'augurio che, prima o poi, tutti abbiano la possibilità di vivere in maniera serena e dignitosa.
I am hopin' love will find us
And gently guide our vessel to the show
Where there'll be no need for beggars or kings
All equal to share London in the Spring
Passenger è il mio artista del cuore. Alla sua musica, ai viaggi che ho fatto e alle persone che ho conosciuto nel corso degli anni grazie ai suoi concerti sono legati alcuni dei ricordi più belli e felici della mia vita. Per me è e sarà sempre un porto sicuro, il posto dove tornare per sentirsi a casa quando niente va per il verso giusto. E' inevitabile, dunque, che potrebbe anche decidere di incidere l'elenco del telefono, io probabilmente lo accoglierei con amore e ammirazione.
Questa volta però , ahimè, mi tocca constatare che c'è qualcosa che non convince. Credo che i problemi di Songs for the Drunks and Broken Hearted siano due. Il primo è da considerarsi più universalmente riconoscibile e sta nel sound, non solo omogeneo ma anche piuttosto moscio. Il che, nonostante si tratti di sole 10 tracce per un totale complessivo di appena 35 minuti (non considerando il fatto che tutti i brani sono presenti anche in versione acustica) finisce per risultare piuttosto noioso. Inoltre, credo che il suo picco come artista lo raggiunga quando si lancia pienamente nel ruolo di cantastorie e i brani sono folk allo stato puro (come succedeva, ad esempio, in All The Little Lights).
Il secondo difetto credo sia maggiormente riconoscibile e sentito da parte di chi, come me, è un fan affezionato dell'artista in questione. Dei 10 brani di cui si compone il disco solo 3 sono da considerarsi davvero inediti, tutti gli altri erano già stati precedentemente pubblicati negli scorsi mesi. Suzanne, addirittura, nonostante non fosse stata rilasciata ufficialmente prima del 2020, viene da anni suonata dall'artista nei suoi concerti. Per quanto spesso la curiosità e l'attesa di un nuovo disco mi divori dal momento in cui viene annunciato fino alla sua pubblicazione, credo che non esista cosa migliore che attendere impazientemente lo scoccare della mezzanotte della data di uscita e premere finalmente play, lasciandosi trasportare e sorprendere da brani che siano effettivamente inediti. Insomma, penso che in questo modo si perda un pizzico di magia.
C'è da dire che i dischi di Passenger non sono mai stati e non saranno mai una sorpresa, qualcosa di nuovo, diverso, innovativo; perciò se quello che state cercando è un artista mutevole e sperimentatore, beh, non è questo ciò che fa per voi. Quando lo si ascolta la prima sensazione che si ha è quella di essere tornati a casa, di ritrovarsi finalmente in un posto in cui si è sempre stati bene. La sua è una formula semplicissima, che presenta da sempre i medesimi elementi e, proprio per questo, non smette mai di funzionare. Nonostante una carriera decennale e la fama raggiunta ormai in tutto il mondo, Mike rimane lo stesso di sempre: un vero e proprio cantastorie che con una dose enorme di umiltà, un gran senso dell'umorismo e gli occhi che brillano di sincera emozione quando impugna la sua chitarra e, con appena qualche accordo, è in grado di far sentire il proprio pubblico a casa.
Passenger non vede l’ora di tornare in tour, non appena le condizioni lo permetteranno. Incrociando le dita, arriverà anche nel nostro paese con due imperdibili date
22 luglio 2021, Merano (BZ), World Music Festival
1 ottobre 2021, Milano, Fabrique