Chemtrails Over the Country Club Lana Del Rey 19 marzo 2021
8.0

Lana Del Rey l'avevamo lasciata ad agosto 2019 con il meraviglioso Norman Fucking Rocwell!. Nonostante avesse un album fresco di pubblicazione, la cantautrice americana aveva annunciato di essere al lavoro su un altro disco, dal provvisorio titolo White Hot Forever, di cui aveva già scritto una buona parte e che, probabilmente, avrebbe visto la luce nei successivi 12/13 mesi. Ma la vita, come sappiamo, è imprevedibile e di mezzo si sono messi un cambio nel titolo, una pandemia che ha cambiato per sempre il mondo come lo conoscevamo e anche una serie di ritardi nella produzione del disco fisico che hanno fatto slittare la data di uscita all'anno successivo. Il disco é stato anche accompagnato da non poche polemiche, scaturite soprattutto dall’uso non proprio controllato dei social negli scorsi mesi (Lana, se mi leggi: vedi alla voce social media manager. Fidati, ne hai bisogno).

Nel frattempo, lo scorso settembre è stato pubblicato Violets bent backwards over the grass, ovvero l'esordio letterario di Lana. Si tratta di diario intimo raccontato attraverso una raccolta di 30 poesie. L'opera prende vita anche nella forma di un audiolibro (anche su vinile) in cui Lana legge quattordici poesie selezionate dal libro mentre la sua voce viene accompagnata dalla musica.

Ma alla fine tutto è andato per il meglio e il 19 marzo 2021 abbiamo finalmente potuto ascoltare Chemtrails Over The Country Club, il sesto album di Lana Del Rey. Al suo fianco, anche questa volta, nelle vesti di produttore e musicista troviamo Jack Antonoff, fresco di Grammy per il miglior album dell'anno grazie a folklore di Taylor Swift.

Il titolo, iconico e ironico al tempo stesso è perfettamente funzionale alla sua poetica narrativa e dimostra ancora una volta la capacità di Lana di fondere alla perfezione l'immaginario (talvolta decisamente kitsch) che l'accompagna fin dagli esordi, intinto di simboli che richiamano il grande sogno americano, con uno sguardo attento e disilluso sul presente e sulle incertezze e le contraddizioni che caratterizzano il momento storico che stiamo vivendo.

Il disco si apre con White Dress, uno dei pezzi più belli, tristi e interessanti non solo di questo lavoro, ma della sua intera carriera. Si tratta di un brano dal sapore fortemente autobiografico in cui Lana ripercorre i suoi primi passi nell'assurdo mondo del music business, quando era poco più che adolescente, si faceva chiamare Lizzy Grant, le sue giornate erano scandite dal lavoro come cameriera e dalle canzoni di band come White Stripes e Kings of Leon.

When I was a waitress wearing a tight dress handling the heat
I wasn't famous, just listening to Kings of Leon to the beat
Like look at how I got this, look how I got this
Just singing in the street
Down at the Men in Music Business Conference
I felt free 'cause I was only nineteen
Such a scene

Il video ufficiale del brano, ispirato dal lavoro di David Lynch, è stato diretto da Constellation Jones e vede al centro della scena una ragazza vestita rigorosamente di bianco, che pattina su una strada aperta nel deserto, mentre la telecamera spesso taglia sull'artista, ripresa con un braccio fasciato.

Don’t think that the fact I’m wearing a cast is symbolic for anything other than thinking I was still a pro figure skater. I wiped out on my beautiful skates before the video even began after a long day of figure eights and jumps in the twilight of the desert.

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Prosegue poi con uno dei miei pezzi preferiti del disco, la title track Chemtrails Over The Country Club, un brano sognante e nostalgico sia nelle sonorità che nei versi, dove la sua voce riecheggia delicata e confluisce in un lungo outro. L'immagine delle scie chimiche, da anni al centro di svariate teorie del complotto («there's nothing wrong contemplating God under the chemtrails over the country club»), si fonde con quella di una tranquilla vita familiare («washing my hair, doing the laundry, late night TV, I want you only») e con la speranza di riuscire a portare avanti una relazione nonostante tutte le difficoltà in cui si può incombere («It's never too late, baby, so don't give up»).

Il singolo è stato accompagnato da un video diretto da BRTHR, in cui Lana siede sul sedile di una Mercedes-Benz Cabriolet di metà secolo e indossa una mascherina a rete diamantata (accessorio a cui deve essere particolarmente affezionata, dato che continua imperterrita a portarla in pubblico nonostante la pioggia di critiche ricevute nei mesi scorsi).

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In Tulsa Jesus Freak le parole di due amanti si mescolano con alcolici e riferimenti biblici, mentre musicalmente veniamo spiazzati da un alto uso dell'auto-tune, che si intreccia con il ritmo della batteria.

You should stay real close to Jesus
Keep that bottle at your hand, my man
Find your way back to my bed again
Sing me like a Bible hymn
We should go back to Arkansas
Trade this body for the can of Gin
Like a little piece of heaven
No more candle in the wind

Il primo singolo estratto da questo disco é stata la ballad Let Me Love You Like A Woman, pubblicata il 16 ottobre 2020 e forse il pezzo in cui l'artista rimane maggiormente nella sua comfort zone. Qui la sua voce è accompagnata da alcune malinconiche note di pianoforte e chitarra acustica. L’artista, dopo aver ricordato di essere cresciuta in una minuscola cittadina, esprime la volontà di lasciare Los Angeles e il desiderio che il suo partner la segua («I come from a small town, how ‘bout you? I only mention it ‘cause I’m ready to leave LA, and I want you to come»).

Il video del brano è stato girato e montato dalla stessa Lana utilizzando semplicemente il suo cellulare e alterna fotogrammi di lei alla guida di un’auto a immagini in cui é circondata da familiari e amici.

Prossimi concerti di Lana Del Rey
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Wild At Heart (il cui titolo potrebbe essere un omaggio all'omonimo film di David Lynch del 1990) suona come la perfetta fusione di Love Song e How to Disappear. A fare da padroni sono gli arpeggi e, chiudendo gli occhi, si viaggia con la mente fino a Los Angeles, su un auto che sfreccia lungo Sunset Boulevard («you made me crazy to see your pretty pics on Sunset Boulevard? And it makes me lazy, so I smoke cigarettes just to understand the smog»). Nel secondo verso, l'artista immagina per un attimo un futuro in cui la musica e la fama non fanno più parte della sua vita («what would you do if I wouldn't sing for them no more? Like if you heard I was out in the bars drinkin' Jack and Coke»).

Quello della fama è un tema ricorrente in tutto il disco e torna prepotente in Dark But Just A Game the bеst ones lost their minds so I'm not gonna change, I'll stay the same»), la cui melodia del ritornello è ripresa dal pre-ritornello di Bird World, una prima versione di Norman Fucking Rockwell. Il brano, ispirato da una serata trascorsa insieme a Jack Antonoff a casa di Guy Oseary, manager di artist* come Madonna e U2, si concentra in particolare sulla paura di perdere la propria essenza e integrità a causa della celebrità e dell'influenza dei media sulla propria vita privata.

Something happened, kind of like a situation — never meet your idols. And I just thought, 'I think it's interesting that the best musicians end up in such terrible places'. I thought to myself, 'I'm going to try my best not to change because I love who I am'. I said 'Jack, it's dark'. And he said 'Well, it's dark— but it's just a game

Yosemite è vero e proprio brano folk realizzato in un solo take, che Lana teneva nel cassetto da qualche anno. Realizzato insieme al collaboratore dell'epoca Rick Nowels, era stata scartata da Lust for Life (2017), probabilmente perché ritenuta, come ammesso dalla stessa artista, troppo felice rispetto al mood di quel disco. Si tratta di una canzone d'amore, acustica ed essenziale, che parla di come dovrebbe essere una storia d'amore sana («It's not like I'm invisible, not like before when I was burning at both ends») e descrive il modo in cui le relazioni cambiano e si trasformano, riuscendo comunque a resistere alla prova del tempo.

When I was young 'til eternity
I'll do it for the right reasons
Withstanding all the time, changes, and seasons
Right reasons

E il folk intimista torna anche in Not All Who Wander Are Lost, il cui titolo è un omaggio a un verso di J.R.R. Tolkien. Mentre si trova in viaggio, l'artista ha moltissimo tempo per riflettere e si ritrova a mettere in dubbio la relazione con il proprio partner («the thing about bein' on the road Is there's too much time to think»). In Breaking Up Slowly duetta con la cantautrice country Nikki Lane, in cui le due artiste ripercorrono la fine della relazione tra le leggende del country Tammy Wynette and George Jones («I don't wanna live with a life of regret, I don't wanna end up like Tammy Wynette» e «George got arrеsted out on the lawn, we might be breakin' up after this song / Will he still love me long after I'm gone? Or did he see it comin' all along?»). Lana ha dichiarato di aver ascoltato ripetutamente uno degli album di Wynette mentre si trovava in studio per registrare questo disco).

Il fatto che Lana abbia un amore immenso per la musica e per gli artisti e le artiste che l’hanno ispirata emerge in particolar modo in Dance Till We Die. Raccontando una serie di aneddoti, dedica un pensiero a una manciata di grandi cantautrici che un tempo popolavano i suoi ascolti e che, ora, può considerare amiche, come Joan Baez, Stevie Nicks e Courtney Love.

I'm coverin' Joni and I'm dancin' with Joan
Stevie is callin' on the telephone
Court almost burned down my home
But God, it feels good not to be alone

Mentre questo brano si apre con il verso «I'm coverin' Joni», come traccia conclusiva è stata scelta proprio una cover di Joni Mitchell. Si tratta di For Free, tratta dall'album del 1970 Ladies of the Canyon, in cui la cantautrice canadese si ritrova a riflettere sulla fama e sulla ricchezza che ha acquisito durante la sua carriera («I've got a black Limousine and two gentlemen who escort me through these halls and I'll play if you've got the money»), mentre ascolta rapita un musicista di strada suonare gratuitamente («across the street, he stood and he played real good on his clarinet for free»).
Questa inedita versione viene impreziosita dalla collaborazione con Zella Day e Weyes Blood. Le tre artiste avevano già cantato insieme sulle note di questo brano durante il durante il Norman Fucking Rockwell Tour.

Con Lana Del Rey ho avuto un rapporto piuttosto particolare. Se fino a qualche anno fa l'ho snobbata, non riuscendo a capire totalmente il perché del suo successo, nel 2019 c'è stata la svolta. Norman Fucking Rockwell! non è stato semplicemente l'album che mi ha permesso di rivalutare questa artista (che mi dispiace enormemente non essere riuscita a capire ed apprezzare prima), ma è diventato con il tempo uno dei dischi più importanti della mia vita, di quelli che non credo mi stancherò mai di ascoltare. Non vedevo quindi l'ora di scoprire se anche Chemtrails Over The Country Club sarebbe riuscito a conquistarmi. E così è stato.

Certo, questo disco non è ai livelli di NFR. Ma, sinceramente, non so se ci sarà mai un altro album che riuscirà a toccare quelle vette. Nonostante tutto, questo è un ottimo disco, che certamente dividerà il pubblico. Qualcun* sicuramente lo definirà noioso, si tratta forse del suo album meno ritmato in assoluto, più oscuro, nostalgico e decadente E' un album scarno e minimale, sia per la durata (11 tracce, per un totale di 45 minuti di durata), sia per quanto riguarda l’uso della strumentazione, ridotta praticamente all'osso. Non è immediato, ma ha bisogno di più ascolti per riuscire ad arrivare al cuore di chi ascolta e fare davvero centro. Sono piuttosto certa che si tratti di un album di transizione, che riesce però a essere comunque intimo e sincero.
Nonostante Lana abbia un percorso estremamente omogeneo per quanto riguarda sia il suo immaginario che le sue sonorità, è capace ha dimostrato di essere in grado di rimanere sempre fedele a se stessa, aggiungendo però in ogni nuovo lavoro una nuova sfumatura. A un ascolto superficiale i suoi album potrebbero sembrare tutti uguali, ma in realtà non lo sono assolutamente, ognuno ha un suo approccio differente ed è capace di evocare un universo vivido e preciso e risultando sempre elegante, delicata e ipnotica.

Insomma, può piacere o no ma Lana Del Rey, con tutto il suo bagaglio di talento, estetica e contraddizioni, è una delle artiste più importanti e influenti della nostra generazione, di quelle che rimarranno per sempre iconiche. E sono certa ci regalarà ancora anni e anni di splendida musica. Io non vedo l’ora di scoprire cosa le (e ci) riserva il futuro.