Di questi tempi, introdurre una playlist tutta al femminile per celebrare l’8 marzo, il giorno della donna, è un’impresa piuttosto ardua se non si vuole cadere nei soliti triti luoghi comuni, motti, citazioni con cui forse si fa bella figura, ma che perdono ogni significato originario se non si sa nemmeno chi abbia pronunciato quelle parole. Allora inizio con una definizione, questo giorno è stato ufficialmente proclamato dalle Nazioni Unite nel 1977: “per ricordare sia le conquiste sociali, economiche e politiche, sia le discriminazioni e le violenze di cui le donne sono state e sono ancora oggetto in quasi tutte le parti del mondo”. Discriminazioni e violenze che la stessa organizzazione internazionale si auspica di combattere raggiungendo una piena parità tra generi entro il 2030, ma che sembra ancora lontana viste, per esempio, le ormai quotidiane notizie di cronaca nera riportate dalla stampa, il gap salariale ancora troppo largo tra uomo e donna e gli stereotipi che tutt’ora aleggiano prepotenti nella cultura del Bel Paese. Insomma, mica semplice essere donna, e non abbiamo nemmeno citato i dolori da ciclo, gli sbalzi ormonali, l’organizzazione da equilibrista tra lavoro-scuola-casa quando si ha un figlio, i dolorosi appuntamenti dall’estetista a cui ci sottoponiamo per sentirci meglio, la società che ti ricorda che dopo una certa età occhio alle rughette ai lati degli occhi e alla cellulite. Se poi teniamo conto, come diceva Mia Martini, che “gli uomini non cambiano” è proprio uno stress.
Ecco prendiamo la Martini. Ragazzi, che voce. Che artista. Che testi. Quelle note roche, potenti, malinconiche che solo lei sapeva tirar fuori a squarciagola e far tremare l’Ariston, quelle note hanno fatto la storia della musica italiana, e mi spiace Renga, nonostante siano passati anni dalla sua ultima performance, a mio parere, riesce ancora a dare del filo da torcere alla maggior parte degli uomini che calcano il palco di Sanremo. Fortunatamente non è l’unica. Con il passare degli anni si è creato un vero e proprio esercito di artiste che quest’anno il Primavera Sound di Barcellona ha voluto omaggiare con una line-up 50/50, 50 per cento al femminile e 50 per cento al maschile. E non si parla solo di genere pop, in cui si trovano i vari colossi Lady Gaga, Katy Perry, Adele e Beyoncè. Le donne ormai stanno conquistando qualsiasi genere musicale, dal rap all’indie, passando per l’elettronica e il folk. Crop top, smalto e mascara colorati non sono più relegati alla dancefloor ma il gentil sesso ora occupa un posto d’onore in consolle, dando vita a beat dannatamente buoni e di tutto rispetto, ne sono esempi Peggy Gou, Kelly Lee Owens e Avalon Emerson. Dall’altra parte dello spettro sonico, le ragazze si sono stufate da un pezzo di essere solo quelle che urlano in prima fila con occhi adoranti al frontman belloccio, hanno imbracciato le chitarre elettriche e, con l’aiuto dei loro colleghi, hanno dato vita a band spesso paritarie e come Pip Blom, le Our Girl e gli Yonaka si stanno prendendo la scena rock ed indie a suon di riff potenti e accattivanti. Menzione speciale va anche al cantautorato americano che in questi ultimi anni sembra stia vivendo la propria primavera attraverso le parole e la voce di un gruppo di donne piuttosto toste che vanta tra le altre, Snail Mail, Julien Baker, Lucy Dacus e Phoebe Bridges. Queste ultime lo scorso novembre hanno deciso di unire le forze e creare un coro femminile e femminista, dando vita al super gruppo e all’omonimo super EP “Boygenius”. Per quanto riguarda l’Italia si stanno muovendo dei passi in avanti, e non mi riferisco solo alla creazione del comitato nazionale di shesaid.so, il network che raggruppa in ogni stato le donne nell’industria musicale. Lasciando da parte i volti noti della Canzone Italiana, nel sottobosco indie stanno emergendo alcuni progetti al femminile molto interessanti, come Any Other, che può vantare un posto in quasi tutte le classifiche dei migliori album italiani del 2018 e che ha già girato mezza Europa per presentare “Two, Geography”, oppure Her Skin, Birthh e Ginevra. Insomma, a portare alta la bandiera rosa del nostro genere al momento ci sono tante ragazze giovani, brave, di talento, intraprendenti, di bell’aspetto e, perché no, anche stilose che abbiamo deciso di elogiare con questa playlist contenente 75 brani provenienti dalla voce e dalla penna di altrettante promesse al femminile. Tutto sommato, essere donna è uno stress di cui non potrei essere più fiera.
Alla playlist hanno collaborato Maria Vittoria, Federica ed Alessia.