09 dicembre 2021

Qualche foto dei Viagra Boys al LINK di Bologna

Rientrando a casa dopo il concerto di domenica scorsa dei Viagra Boys mi è tornata alla mente una vecchia intervista del sempreverde Jim Morrison: “talvolta mi piace vedere la storia del rock’n’roll come l’origine della tragedia greca. Immagino un gruppo di fedeli che danzavano e cantavano in piccoli spazi all’aperto. Poi un giorno dalla folla emerse una persona posseduta e cominciò a imitare un dio”. Con le dovute proporzioni, credo che questa immagine sia di fatto il riassunto perfetto della data del tour al LINK di Bologna di domenica scorsa, in un tripudio di chitarre e amplificatori alzati al massimo, tatuaggi e birra, pogo e stage diving.

Quello che resta dopo un concerto del genere è infatti la perfetta rappresentazione dell’idea di punk, inteso proprio una attitudine alla musica e alla vita piuttosto che come un semplice stile musicale. Qualcosa in grado di spezzare i canoni di quello che è accettabile, rendendoti libero di essere quello che sei e di esprimere tutto te stesso senza alcun tipo di filtro. Ciò che fa scatenare fin dalla prima nota il pubblico bolognese è poi la giusta combinazione di elementi del sestetto di Stoccolma: l’immancabile sax, una sezione ritmica di batterie a basso pulsanti come dei martelli pneumatici, le chitarre affilate come lame che si alternano costantemente con i sintetizzatori. Il tutto impreziosito dal carisma sarcastico ed ironico del frontman Sebastian Murphy, che già nella sua figura incarna i tratti dell'anti-divo, intento a biascicare a torso nudo i versi delle canzoni dopo essersi ripreso dell'ennesima sbronza e prima di lanciarsi nuovamente tra il pubblico in delirio.

Al termine della serata, dopo un concerto selvaggio di quasi un ora e mezza che ripercorre i principali successi dei due album della band svedese (Welfare Jazz, Street Worms), l’impressione che resta è proprio quella che vede nel live la dimensione perfetta per i Viagra Boys. Un misto di punk, elettronica e pop avvolgente, di quello che fa venire voglia di ballare, pagare e gioire insieme, tra un sorso di birra e l’altro.