Lad si definisce quel soggetto che porta la classicissima collanina d’oro sul petto nudo, adornato da un completo blu rifinito da bordi rosa cipria, rigorosamente sbottonato dopo aver suonato una quindicina di pezzi per far intravedere gli addominali sul un corpo seppur allenato, molto inglese, filiforme e magro. Miles Kane si presenta sul palco della Santeria Social Club da vero e proprio lad e viene accolto a braccia aperte e voce squillante anche da diversi conterranei, che tra una canzone e l’altra lo incalzano al ritmo di “Miles, Miles, Miles Fucking Kane”, a cui risponde con potenti schitarrate e movimenti cinetici pieni di energia.
Ma facciamo un passo indietro. Per chi non avesse avuto l’onore di ammirarlo in solitaria nella cara vecchia Inghilterra, probabilmente assocerà il nome di Miles Kane innanzitutto all’AM Tour degli Artic Monkeys, per cui aveva fatto da opening act, e in secondo battuta al side project The Last Shadow Puppets, che ha riportato sotto i riflettori l’accoppiata Turner-Kane un paio d’anni fa, toccando tra le altre Milano e Ferrara. Ma sarebbe riduttivo e sminuente legare il cantante all’ombra della band e del frontman di Sheffield, perché Kane se la cava benissimo da solo, si dimostra un artista ben navigato e indipendente, capace di tenere il palco con una voce squillante e mani leste sul manico di una delle chitarre del suo piccolo arsenale personale. Quella spocchia e quell’aria furba che gli ho sempre immaginato addosso in realtà se ne vanno al primo sorriso spontaneo di sincera gratitudine verso il pubblico italiano: “Milano, is great to be back!” lo si sente ripetere più volte. Ed è un piacere anche per il pubblico italiano, a cui ha dedicato ben 4 serate del suo tour, e che davanti ai cavalli di battaglia come Come Closer e Don’t Forget Who You Are gli fa volentieri eco e si dà alla pazza gioia.
La scaletta è un bel mix di canzoni del suo repertorio e di nuovi pezzi estratti da Coup De Grace, dalla primissima, velocissima e scoppiettante Silverscreen alla ballad più romanticona e calma quale è Killing In The Joke. In mezzo alle canzoni fa capolino un inedito, Can You See Me Now. Data la propensione e l’ammirazione che Miles Kane ha per la musica italiana, il Bel Paese non poteva che essere omaggiato con una cover di uno degli artisti più celebri e rinomati di casa nostra: Lucio Battisti, del quale Kane e Angelica (l’amica e artista d’apertura a cui si è appoggiato per l'esibizione di questo brano) hanno scelto Amarsi un po’. Data la stanchezza nelle mie ossa non avevo nemmeno capito che stesse parlando di lui finchè non ho udito quell’unico e subito riconoscibile riff con cui Miles Kane ha messo la ciliegina sulla torta e mi ha definitivamente strappato un sorriso.
Si ringrazia Maria Laura Arturi per le belle foto: http://www.arturized.com/