Andare a un concerto di ROSALÍA è un'esperienza che inizia già in metropolitana, direzione Forum di Assago: il numero di fan con lo stesso look della star spagnola è impressionante. C'è elettricità nell'aria, d'altro canto è la sua prima volta assoluta in Italia e i biglietti per il MOTOMAMI World Tour sono esauriti da mesi: è uno di quei concerti da non perdere.
Fin dall'inizio è chiaro che "Si è già portata a casa il concerto", come dice un tizio dietro di me al suo vicino di posto. E ha ragione. Sono passati letteralmente cinque secondi e c'è già tutto il Forum in piedi che urla, non c'è una persona di numero sugli spalti rimasta seduta. Il palco è minimale, ma di impatto: una grande L fatta di led su cui cammina la stessa ROSALÍA assieme ai suoi ballerini e al cameraman che la segue ovunque. Le immagini infatti vengono proiettate in tempo reale sui due megaschermi ai lati del palco.
La serata si apre con SAOKO e continua con altri tre pezzi di MOTOMAMI, il suo ultimo album dove mischia alt-pop, flamenco, jazz, bachata, hip hop, raggeaton e molto altro. Definire la sua musica e il suo stile è veramente difficile, ed è da sempre stato il grande punto di forza dell'artista spagnola. E a questi livelli, i termini di paragone sono davvero pochi.
Nei suoi live si adatta alle regole del gioco imposto dal mondo del pop, ma ne trasgredisce molte. Ad esempio fa salire i fan sul palco, ci interagisce di continuo (come stabilisce il manuale della brava popstar), eppure poi non si cambia mai d'abito e non si rifà trucco e parrucco. Anzi, in realtà lo fa, ma lo fa volutamente durante DIABLO, come parte della coreografia. Idem lo stile, assolutamente minimale. Non ha bisogno di fiamme, coriandoli, o di calarsi dal tetto del palazzetto per fare scena. Riesce a conquistare tutti solo con il suo carisma e la sua voce. Ci sono anche dei momenti dove è completamente sola sul palco e suona la chitarra prima e il piano poi: HENTAI è sicuramente uno degli highlight del live.
La scaletta vede una trentina di brani, di cui solo tre dai precedenti due dischi. La gente è presa benissimo, ogni due per tre partono urla isteriche di qualche fan in preda a una sindrome di Stendhal. Ad un certo punto si alza addirittura dagli spalti il coro di "Sei bellissima" di Loredana Bertè, per un momento drammaticamente nazional-popolare. ROSALÍA lo sente, si emoziona (durante la serata ho perso il conto delle lacrime che avrà versato) e ringrazia. Parla molto durante il concerto, e lo fa praticamente sempre in italiano, con un accento più che credibile.
"Grazie per aver dato tutto questo affetto a MOTOMAMI!" esclama a una certa. ROSALÍA dal vivo dimostra quello che in questi anni ha fatto nei suoi dischi: unire, cercando di distruggere ogni barriera di genere e preconcetto. E soprattutto riuscire ad essere unica, perchè al momento non c'è nessuno come lei.