20 febbraio 2023

L'Italia non è ancora pronta per Rina Sawayama: il live report

Il tram che porta al Fabrique è pieno di ragazzi vestiti da sexy cowboy: già da questo capisci che il primo live di Rina Sawayama in Italia sarà speciale. Una fan base non ancora enorme, basti pensare che il parterre per la serata è a capienza ridotta, ma dannatamente energica e presa bene. Pochi ma buoni, verrebbe da dire: anche se non lo era, il Fabrique ieri è sembrato sold out. La serata si apre con Sans Soucis, un'artista italo-congolese che vive a Londra da anni, e di cui sicuramente sentiremo ancora parlare.

Poi arriva Empress Of che scalda l'atmosfera e scatena il pubblico con un set voce e basi che carica tantissimo: in un paio di anni questa ragazza californiana potrebbe fare veramente il botto nel pop mainstream.

Alle 21 in punto ecco che arriva Rina Sawayama. La scenografia è minimal: un telo nero sullo sfondo con la scritta "Rina", al centro del palco batteria e sintetizzatori, e una pedana che incornicia tutto. Durante il concerto, oltre alla cantante, ci saranno solo la batterista, la chitarrista-tastierista e due ballerine. Una scenografia per l'appuntomolto minimale, che però crea un effetto completamente opposto: una potenza e una grandezza che ti fanno dimenticare che non sei in un palazzetto dello sport, sensazione sicuramente familiare a chi ha assistito ai primi live di Charlie XCX o Billie Eilish in Italia.

La setlist si apre con Minor Feelings e la cantante fra un pezzo e l'altro inizia a interagire con la folla, parla molto. Condivide storie legate al suo ultimo album Hold The Girl, scherza e mostra riconoscenza a tutti i presenti. Il tutto senza dimenticare di parlare anche di tematiche personali e delicate, come prima di una bella versione acustica di Send My Love To John.

Rina è così: riesce a parlare di tutto con credibilità, così come riesce a mescolare tutto nella sua musica. Si passa da pezzi puramente alt-pop, ad altri che strizzano l'occhio all'industrial metal (dal vivo, Your Age, sembra un pezzo dei Nine Inch Nails), ad altri alla Taylor Swift (Catch Me in The Air) o alla Dua Lipa (Holy (Til You Let Me Go)).

Intanto la folla balla, canta, urla, si diverte. Cappelli da cowboy glitterati in aria, tanto sudore, risate e felicità. Il concerto si chiude con This Hell e una certezza: in Italia ancora in troppi pochi si sono accorti della grandezza di Rina Sawayama.