07 luglio 2024

Il live stoico dei Queens of the Stone Age agli I-Days Milano

"Ma quindi i Queens of the Stone Age alla fine saliranno sul palco?" È questa la domanda che si fanno tutti agli I-Days Milano. Josh Homme non sta benissimo (eufemismo), la band si è esibita normalmente a Roma due giorni prima, con il frontman che a fine concerto ha lasciato il palco con qualche difficoltà, per poi cancellare all’ultimo la data all’AMA Music Festival del giorno dopo, facendo incazzare tutti quelli che erano già arrivati a Bassano del Grappa. Su Milano la band californiana non si è voluta sbilanciare, sintomo che le condizioni di Homme andavano valutate fino all’ultimo.

Queens of the Stone Age Josh Homme I-Days Milano concerto
Queens of the Stone Age, Josh Homme live @ I-Days Milano | Credits: Renato Anelli

Alla fine però la conferma è arrivata direttamente dai social della band, quando sul palco ci sono ancora i Royal Blood, sempre in due, ma con la potenza di venti. E quindi dopo tanta incertezza, dove nel mentre ci si è distratti con gli indie heroes Vaccines (che negli ultimi anni in Italia avrebbero meritato più successo di quanto ottenuto) e per l'appunto il duo di Mike Kerr e Ben Thatcher, che infiamma la folla, con i successi che vanno dal primo album Out of The Black, fino a quelli dell'ultimo Back To The Water Below.

Royal Blood live I-Days Milano
Royal Blood live @ I-Days Milano | Credits: Renato Anelli

Intanto il sole cala, finalmente ci siamo: i Queens of the Stone Age salgono sul palco. Si vede che il Ginger Elvis - storico soprannome di Homme - non sta bene, eppure resiste, diavolo se resiste. Verosimilmente imbottito di antidolorifici, regala a migliaia di fan venuti da tutta Italia una performance stoica, dove per ovvi motivi non riesce a dare tutta la cazzimma come suo solito, eppure l’energia passa lo stesso. Merito anche dei suoi compagni di band, uno migliore dell’altro (e non lo scopriamo di certo oggi): Jon Theodore è una macchina da guerra, un metronomo umano con una potenza fuori dal normale, Michael Shuman - già leader dei Mini Mansions - si aggira per il palco scalciando come un cavallo imbizzarrito, spesso incrociandosi con Troy Van Leeuwen, definito dallo stesso Homme come il chitarrista più elegante e stiloso del mondo - e a ragione. Senza dimenticarci del buon Dean Fertita, coltellino svizzero della band - già sodale di Jack White nei Dead Weather - che si divide fra chitarra e tastiere.

Queens of the Stone Age I-Days Milano concerto
Queens of the Stone Age live @ I-Days Milano | Credits: Renato Anelli

Si parte con Little Sister, e subito la folla va in delirio con poghi e mosh pit che si aprono davanti al palco. Si prosegue con Smooth Sailing, uno dei brani più sexy della discografia della band. Neanche dieci minuti di concerto e arriva subito la prima chicca della serata, The Evil Has Landed, pezzo di quasi 7 minuti tratto dal penultimo album Villains: “Here we come!” intona solenne Homme, quasi posseduto da un demone che lo fa andare avanti malgrado qualsiasi cosa stesse passando in questi giorni (si parla di ernia inguinale).

Intanto la sicurezza continua a tirare fuori dal pit i primi feriti di guerra: c’è gente svenuta, altri zoppicanti, insomma normale amministrazione quando il pogo si fa serio. Il leader dei QOTSA ringrazia il pubblico con poche parole, non riesce a fare il cazzone come fa di solito, non tira fuori le sue due frasi italiane piene di parolacce che dice ogni volta che viene in Italia. Non presenta nemmeno la band, cosa che fa ogni singola volta, da anni e anni. Non è la serata giusta, è lì sul palco a resistere. Durante Make It With Chu, chiede a tutti di continuare a cantare: “Feed my soul!” urla. L’impressione è proprio che questo scambio di energia fra band e pubblico sia ciò che gli permetta di tirare avanti. Non solo questa sera, ma anche nella sua vita privata, che nell'ultimo periodo l'ha visto affrontare un cancro, un divorzio burrascoso con Brody Dalle e la morte di amici come Mark Lanegan e Taylor Hawkins dei Foo Fighters.

Michael Shuman - QOTSA I-Days Milano
Queens of the Stone Age, Michael Shuman live @ I-Days Milano | Credits: Renato Anelli

Ma the show must go on e la serata continua. C’è naturalmente spazio per i brani di In Times New Roman...: Emotion Sickness, Carnavoyeur, Paper Machete e Time & Place. Ci sarebbe dovuta essere pure Made on Parade, ma alla fine la scaletta è stata accorciata, optando anche a sorpresa per The Lost Art Of Keeping A Secret, suonata al posto di Sick Sick Sick, probabilmente sin troppo didascalica per questa serata.

Un’ora e quindici di concerto, tiratissimo. Si vede gente volare, mosh pit che si formano, soprattutto durante Millionaire, No One Knows e la finale A Song for the Dead. Josh si regala una passerella ai bordi del palco, mentre Troy scende più in basso, ballando scioltissimo sulle cassa, dandoci dentro con gli assoli.

Alla fine quello che rimane è un live stoico, dove nonostante le difficoltà fisiche, i QOTSA sono riusciti a portare a casa uno show che alcuni loro colleghi non si sognerebbero nemmeno al massimo della forma. The End Is Nero è il nome del tour, con un gioco di parole fra Near e per l'appunto Nero - Nerone - che rimanda all'immaginario dell'ultimo album. Non possiamo sapere quanto la fine sia veramente vicina per Homme e soci, quello che è certo è che, comunque vada a finire, ne sarà valsa la pena, perché come dice un verso di Go With The Flow: “I want something good to die for, to make it beautiful to live”.