Si percepiva grande attesa nell'aria per l'unica data italiana dei folli e sperimentali Voidz prevista all'Arena Puccini di Bologna. I riflettori della serata conclusiva del Diretto Live Festival erani stati puntati tutti fin da subito sul frontman Julian Casablancas, l'osannato leader degli Strokes. A fronte di un'apertura porte in breve ritardo e delle prove ad alto volume ascoltate dal pubblico precedentemente fuori dalla location, il tempo restante prima dell'inizio del concerto è ancora lungo, così come l'interminabile soundcheck certosino. Invocato a gran voce al grido di "Giuliano!", Casablancas entra in scena insieme alla band con moltissima comodità alle 21.45, per un'oretta e poco più di show. Al gruppo risultano tuttavia sufficienti due manciate di brani per mettere a ferro e fuoco la venue bolognese, pur senza sorprese ed eventuali nuovi debutti in scaletta.
Si scatena il delirio sulle note della martellante M.utually A.ssured D.estruction, dove a mettersi in mostra fin da subito è il carismatico chitarrista Jeramy Gritter, forse l'unico in grado di rubacchiare le attenzioni riservate al cantante. I balletti di luce e l'atmosfera in chiaroscuro, funzionali per snellire un filino la silhouette di Julian, incorniciano abbastanza bene le canzoni scelte dal gruppo. Queste ultime si dividono equamente tra Tyranny, Virtue e le recenti novità in gioco, come la sintetica The Eternal Tao 2.0 e i riffoni pompati dell'ultimissima Prophecy Of The Dragon.
Si riprende un minimo di fiato immersi nella semi-atmosfera strokesiana intrisa di psichedelia di Did My Best, per poi ripartire con i ritmi efficaci e concitati di Dare I Care. La bassline killer a cura di Jacob Bercovici spicca insieme alle chitarre piccate di Gritter e Amir Yaghmai, confezionando il crescendo vertiginoso di Where No Eagles Fly, che chiama uno dei poghi più sfrenati. Synth(-punk) e tastiere si intrecciano alle chitarre sui passi decisi di QYURRYUS, mentre Leave It In My Dreams torna in zona neo-psych con lontanissime note di rimando agli Strokes. Il rush finale corre lungo le distruttive rullate di batteria macinate da Alex Carapetis nella rumorosa Business Dog, un breve stacco successivo ed il ritorno in scena del sestetto, con lancio di reggiseno verso il palco annesso, per la grintosa e reboante Pyramid Of Bones.
A live concluso, a causa di una criptica boutade di Julian durante l'esibizione, si sparge la voce tra gli spettatori dell'esistenza di un aftershow "segreto", previsto all'interno del vicino Locomotiv Club. Chi ha avuto la fortuna di esserci (e ancora non realizza bene come sia riuscito ad entrarvi) avrà per sempre marchiato a fuoco nella memoria un Casablancas selvatico e un po' scazzato, tampinato dai fan perfino alla toilette per avere un autografo o una foto ricordo. Si faranno ricordare anche l'energica esibizione di un ragazzo della crew della band, che ha lasciato a bocca aperta i presenti (e un tavolo malconcio), un Bercovici provetto ballerino in pista, la presenza di Calcutta, Cimini e molti altri, e un dj-set sgangherato, ma divertente. I Voidz all'Arena Puccini sono già storia, una di quelle vicende incredibili ma vere che potrebbero capitare solo e soltanto nella meravigliosa, grande e piccola al contempo, Bologna.