Era dall'uscita del disco d'esordio A Light for Attracting Attention, una delle migliori uscite discografiche dell'anno fino ad ora, che aspettavamo di vedere gli Smile dal vivo. Il nuovo progetto di Thom Yorke e Jonny Greenwood dei Radiohead e il batterista dei Sons Of Kemet, Tom Skinner non ha deluso le aspettative - altissime - nemmeno dal vivo.
Il Fabrique di Milano è praticamente sold-out e già durante l'interessante opening di Robert Stillman, è quasi tutto pieno. D'altronde, per tutte le vedove dei Radiohead in giro (fra cui il sottoscritto), poter ascoltare nuova musica dal vivo da parte di Yorke e Greenwood è una boccata di ossigeno.
Quello che più colpisce degli Smile è la capacità di avere un muro del suono potentissimo, essendo solo in tre. Yorke e soprattutto Greenwood, usano di frequente sequenze loop e si alternano di continuo fra basso, chitarra, sintetizzatori, piano (e persino un'arpa!). Parlare della loro capacità dal vivo sarebbe inutile: la loro carriera parla per loro. Quello che colpisce, è il fatto che non sentano il peso degli anni, né in fase creative né in fase live: la voce di Thom Yorke rasenta la perfezione, e difficilmente stecca (cosa che ad esempio succedeva ogni tanto nei tour dei Radiohead di una decina di anni fa). Per quanto riguarda Tom Skinner, invece, dal vivo si dimostra una macchina e un perfetto metronomo.
La scaletta ovviamente ripropone tutti i brani del disco d'esordio con l'aggiunta di qualche nuova chicca che molto probabilmente farà parte di un prossimo nuovo album. Spicca la prima assoluta di Under the Pillow e la bellissima Bending Hectic, probabilmente una delle più belle canzoni scritte dal trio finora.
Il pubblico in sala è carichissimo e anche di un certo livello: durante pezzi come Free In The Knowledge e Skrting On The Surface rimane in religioso silenzio, senza chiacchiere in sottofondo o fischi a caso. Mentre su altri brani come We Don't Know What Tomorrow Brings e You Will Never Work In Television Again si scatena completamente.
Fra una canzone e l'altra le urla sono tutte per Yorke e Greenwod. Il frontman risponde sempre in italiano, divertito e senza nessuna spocchia; come quando un tizio all'improvviso urla, fra le risate di tutti, "Sexy Thom!" e lui lo guarda sornione e risponde ironicamente "Cosa?".
In tutto ciò, come successo durante questo tour, c'è spazio anche per alcune incursioni di Robert Stillman al sax, per un'esperienza totalizzante.
L'unica difetto di concerti del genere è che hanno una fine. Ma per fortuna, se non siete riusciti ad esserci, potete rivivere la serata attraverso i bellissimi scatti di Maria Laura Arturi. E magari andate a sentirveli questa settimana a Ferrara, Macerata, Roma o Taormina.