17 luglio 2023

Gli Arctic Monkeys agli I-Days riconfermano di essere la band più figa al mondo

Non ci poteva essere un finale migliore agli I-Days di Milano: gli Arctic Monkeys hanno mandato fuori di testa più di 65.000 persone. C’è poco da fare, al mondo non esiste una band più cool di quella di Alex Turner e soci. Lo mettono subito in chiaro dall’ingresso sul palco e da quell’attacco di Brianstorm che fa partire un mega pogo fra le prime file del pit. Ma riavvolgiamo il nastro.

Alex Turner, Arctic Monkeys live I-Days 2023
Credits: Maria Laura Arturi

Gli Hives sono quello di cui avevamo bisogno

La settima e conclusiva giornata del festival si apre con gli Omini e Willie J Healey, prima che a prendersi la scena siano gli Hives. Nonostante si tocchino temperature folli, Pelle Almqvist e soci si presentano sul palco con i loro immancabili completi stilosi, mentre la loro crew come da tradizione è travestita da ninja (!). “Mi chiamo Pelle, sono il cantante degli Hives. Fra un’ora ci amerete e poi partiremo.” Promette il frontman, sin da subito, in italiano. E mantiene alla grande la parola data. La sua capacità di coinvolgere e tirare in mezzo il pubblico è clamorosa e anche chi magari non li conosce (ma sarebbe parecchio grave) si ritrova per tutta l’ora successiva a ballare, alzare le mani e gridare. Quasi metà set è dedicato a The Death of Randy Fitzsimmons, l'atteso nuovo album in uscita il prossimo agosto. Almqvist è una forza della natura, corre da un lato all’altro del palco, salta, e fra una canzone e l’altra continua a parlare in italiano facendo battute e tirando in mezzo tutti. Ovviamente per le due grandi hit della band Hate To Say I Told You So e Tick Tick Boom è il delirio. Insomma un opening coi fiocchi, in vista della portata principale della serata.

The Hives live I-Days 2023
Credits: Maria Laura Arturi

Alex Turner e soci si prendono tutto: that Rock'n'Roll, eh?

Sono ormai passate le 21.40, quando si spengono le luci sul palco e fanno il loro ingresso gli Arctic Monkeys. Vengono accolti da un boato travolgente, con migliaia di ragazze (e anche ragazzi) in iperventilazione alla sola vista di Alex Turner. Il look è quello di questa nuova era targata The Car: camicia bianca e Ray-Ban Aviator. Se esiste al giorno d'oggi una rockstar più figa di lui, fatecelo sapere.

Si parte subito a 100 all’ora con Brianstorm, Snap Out of It e Don't Sit Down ‘Cause I've Moved Your Chair. “Grazie milleeeeeeeeeeeeee Milano!” urla Turner. Sembra veramente di ottimo umore. In generale, nonostante gli Arctic Monkeys dal vivo abbiano spaccato sin dagli esordi, l’impressione è che finalmente Alex abbia trovato il giusto equilibrio fra il suo personaggio e la spontaneità. Niente più frasi ad effetto studiate a tavolino, come ad esempio accadeva nel 2013 durante il tour di AM. Ormai tutto viene con una naturalezza disarmante. 

La setlist è la stessa delle altre date estive del tour, manca all’appello solamente Mardy Bum, suonata nei concerti nel Regno Unito. Per il resto grande spazio ad AM e al secondo album Favourite Worst Nightmare, con ben 5 brani a testa. Ed è una cosa fantastica per chi segue i 4 ragazzi di Sheffield dalla prima ora. Spesso queste sono le regole del gioco: più una band va avanti e più è difficile poter sentire i pezzi dei primissimi dischi, cosa che ieri, invece, è accaduta. Teddy Picker e Fluorescent Adolescent sono state clamorose, ma viene difficile dire cosa non lo sia stato.

Credits: Maria Laura Arturi

Matt Helders alla batteria è la solita macchina da guerra, vederlo in azione su The View From The Afternoon fa bene al cuore. Jamie Cook e Nick O'Malley sono i gregari supercool che supportano tutto il resto. Gli occhi ovviamente sono tutti per Turner, con gente che sviene per il caldo e probabilmente anche per averlo solamente davanti agli occhi. Non possono ovviamente mancare all'appello Arabella con l’outro di War Pigs dei Black Sabbath e Four Out of Five, unico estratto di Tranquility Base Hotel & Casino. 

La scenografia sul palco rispecchia perfettamente lo stile di questa nuova era della band, con una gigantesca mirrorball con scritto “Monkeys” che pende dalla sommità del palco e che ovviamente si illuminerà sul finale dell’abbastanza esplicativa There’d Better Be a Mirrorball. Di The Car poi ci sono da segnalare una meravigliosa Perfect Sense e una Body Paint da brividi, con un'infinito assolo finale di Turner che va a prendersi l’ovazione della folla a bordo palco: solo un attimo prima aveva fatto nuovamente andare tutti fuori di testa tutti con Do I Wanna Know?. Vocalmente impeccabile, preso bene e figo come sempre: non c’è nessuno come Alex Turner. Al mondo.

Per l’encore tocca invece a uno dei pezzi più belli dell’ultimo album: Sculptures of Anything Goes, con i sintetizzatori, i subwoofer e la voce di Turner che ti entrano dentro e ti ribaltano. Il live si chiude con due must della band: I Bet You Look Good on the Dancefloor (e no, a questo giro non ha urlato LADIEEEEEES! prima di attaccare con il riff di chitarra) e la finale R U Mine? dove parte un pogo sconfinato con un bel circle pit che era ancora mancato a questi I-Days.

I 4 di Sheffield ringraziano, la folla è in estasi: forse questo live è solo stata un’enorme allucinazione collettiva o una sorta di manifestazione divina. O forse entrambe le cose. That Rock'n'Roll, eh? verrebbe da dire, citando un discorso di Turner ai Brits passato alla storia. Se ci fossero mai stati dubbi, l’ennesima conferma è arrivata ieri sera: gli Arctic Monkeys sono la band più figa del mondo.

So predictable, I know.

Qui sotto la photo gallery della nostra Maria Laura Arturi.