Erano anni che non calcavano un palco italiano gli Alvvays, la band canadese che con il suo dream pop zuccherino e malinconico ha conquistato i cuori di migliaia di indie kid in tutto il mondo. Finalmente, hanno rimediato, esibendosi al Circolo Magnolia di Milano per un concerto che ha stregato il pubblico presente.
Sin dalle prime note, di Easy on Your Own? la band ha avvolto il pubblico in un'atmosfera sognante e soffusa. Le luci basse e i riff muscolosi di brani come After the Earthquake e Many Mirrors hanno creato un clima perfetto per apprezzare le melodie oniriche e le liriche introspettive di Molly Rankin e compagni.
La scaletta della serata ha ripercorso i migliori successi della band, da Archie, Marry Me a Belinda Says, passando per brani più recenti come In Undertow e Pharmacist. La band canadese sfoggia per tutta la prima parte del concerto, un songwriting degno dello shoegaze anni '90 e della malinconia di scuola Smiths, con echi di Blondie e Sharon Van Etten
Molly Rankin sul palco è a suo agio e in splendida forma. La sua voce angelica e la sua presenza scenica magnetica hanno tenuto il pubblico incollato per tutta la durata del live, spaziando per tutti e tre i dischi Alvvays (2014), Antisocialites (2017) e Blue Rev (2022).
Le chitarre di Alec O'Hanley hanno ruggito accompagnando melodie catchy e incursioni di synth, magistralmente gestite da Kerri MacLellen. Dal vivo, brani come Bored In Bristol e Tom Verlaine dimostrano la crescita continua della band canadese, che nel corso degli anni è riuscita ad evolversi senza mai dimenticare i propri inizi.
Sperando che non passino troppi anni prima di rivederli su un palco da queste parti.