22 settembre 2016

One hit wonders: 12 band sparite dopo una sola canzone

Il mondo della musica è stato sempre pieno di meteore; roba che quando riascolti un pezzo del passato ti chiedi: "Ma questo che fine ha fatto!?". Generalmente è stato un fenomeno che ha abbracciato soprattutto il genere pop, il commerciale; però facendo una ricerca, abbiamo notato che anche il nostro mondo indie è stato popolato da meteore. Certo è che definire il concetto di 'meteora' oggi è più difficile rispetto al passato, dato che sono rimasti davvero pochi gruppi in grado di rinnovarsi e durare nel tempo. Noi però una definizione abbiamo provato a darla, raggruppando delle band tra il 2000 e il 2010 che hanno avuto molta notorietà con il loro singolo di lancio, ma di cui poi se ne sono perse le tracce, a volte gradualmente , a volte di colpo. A voi il giudizio.

Evanescence - Bring me to life: giusto per partire con un po' di "allegria"... correva l'estate 2003, forse prima di allora nessun brano così 'dark' aveva avuto così tanta popolarità; la dimostrazione che l'estate non è fatta solo di tormentoni ( o tormenti, a voi la scelta) e questo successo ha proprio l'aria di un cazzotto alla musica estiva. Per quel che riguarda il gruppo ha cominciato a perdere i pezzi sin da subito (il chitarrista Ben Moody lasciò qualche mese dopo). Tra gli altri loro pezzi di quel periodo si ricordano: Going Under e la struggente e distruttiva My Immortal, poi più nulla.

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The Servant - Orchestra: un progetto fondato dall' ex frontman dei Planet Funk durato appena il tempo di un'estate; sonorità che richiamano i Radiohead senza rinunciare troppo alle atmosfere acustiche...Peccato l'idea non era poi così male.

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Keane - Everybody's changing: la dimostrazione che nell' alternative della chitarra se ne può fare a meno, sono sufficienti voce, batteria e tastiera per avere un sound alla U2 o alla Coldplay. A questo grande successo fa seguito This is the last time all'interno dello stesso album Hopes and fears; per passare poi a Under the iron sea a cui seguiranno altri due album con atmosfere dance e hip hop, ma se li sono filati in pochi.

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Hoobastank - The reason: dolce, smielata forse fin troppo, ma con il senno di poi è stata efficace, uno di quei pochi casi in cui il rock può combinarsi con il sentimento facendo persino colpo sul mercato mondiale superando le due milioni di copie vendute.

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The Darkness - I believe in a thing called love: qualcuno in Inghilterra li aveva definiti i Queen del nuovo millennio, e come paragone ci poteva anche stare considerando la voce in falsetto, il sound, gli assoli alla Brian May, i costumi eccentrici; ma forse questo paragone è stata un'arma a doppio taglio che li ha portati subito sul tetto di Inghilterra anche grazie allla monumentale hit Love is only a feeling, ma poi ha finito per schiacciarli in un' etichetta e in un' eredità forse troppo pesante.

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The Rasmus - In the shadows: si continua con i ricordi dell'infanzia, da quanto posso ricordare è la prima canzone che mi ha avvicinato alla musica rock; avevano un loro stile non solo musicale ma anche di immagine, basti pensare che il cantante Lauri aveva delle piume di corvo impigliate nei capelli. Hanno voluto lanciare una moda, e le mode, si sa, passano.

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Good Charlotte - I just wanna live: sono tornati proprio nell'ultimo periodo, però anche per loro, le nuove uscite non fanno notizia, per cui continuiamo a ricordarli con questo primo singolo del loro album di esordio The chronicles of life and death, al quale fece seguito la pacifista We believe, prima di entrare nel limbo del dimenticatoio.

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Kings of Convenience - Misread: tra i brani di questa lista è quello che ancora oggi, a distanza di 12 anni, viene risuonato di più. Questo duo norvegese fu una bellissima sorpresa di quella calda estate del 2004. Due chitarre acustiche accompagnate da un filo di voce e da qualche nota di pianoforte: mettetevi le cuffie e lasciatevi trasportare ancora una volta.

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Temper trap - Sweet disposition: la band di formazione più recente, anche loro vogliono proporre una evoluzione del sound dei Radiohead, buona come idea,forse riuscita in parte dato che hanno fatto un po' di fatica ad imporsi sul grande pubblico.

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The Fray - How to save a life: utilizzata come colonna sonora di alcune serie televisive americane di successo, questa ballad viene spinta ai vertici delle classifche USA ( e anche in Italia fa la sua bella figura). Canzone contenuta nell'album di debutto omonimo a cui ne seguiranno altri due ( l'ultimo nel 2014), che non riescono a bissare il successo del primo.

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Phantom Planet - California: un altro gruppo che deve il suo breve periodo di notorietà a una serie televisiva, The O.C., probabilmente ha avuto più successo la serie della canzone stessa, considerando che il gruppo si è sciolto pochi anni dopo e ognuno dei membri ha preso strade completamente diverse, allora è proprio questa fino ad ora la vera meteora del 2000.

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The Calling - Wherever you will go: su questa ci hanno campato molti spot pubblicitari; colonna sonora dell'estate 2002 è stata e lo è ancora passata, ripassata e snobbata fino alla nausea; dopo di che passato il Santo, passata la festa: si sono sciolti nel 2005 e anche se dal 2013 è in cantiere una reunion...dopo tre anni ancora attendiamo.

 

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