07 febbraio 2023

Le 9 ospitate internazionali più memorabili al Festival di Sanremo

«Il tempo passa e tu non passi mai» canta uno dei gruppi italiani più popolari degli ultimi anni e non ci potrebbero essere parole migliori per descrivere il Festival canoro più famoso e discusso del Belpaese. 

Qualcuno nel dopo guerra definì il Festival di Sanremo «la grande evasione»: la colonna sonora di un’Italia che si affacciava alla modernità a suon di canzonette e di leggerezza, e non potrebbe essere altrimenti anche quest’anno. Dalla prima edizione del 1951 il Festival ha fatto molta strada, cambiato location, pubblico e formato, fino a diventare l’evento amato o odiato ma sempre discusso che è oggi, ma c’è una cosa che è rimasta sempre costante nel corso della sua storia: le ospitate dei grandi nomi della musica internazionale. Le esibizioni di quelli che vengono chiamati «super ospiti» hanno sempre avuto un forte impatto sul pubblico, quasi sempre per la ragione sbagliata, e sono uno degli elementi che restano più impressi nella memoria di ciascuna edizione, soprattutto perché spesso e volentieri paiono completamente fuori contesto in quello che è il carrozzone anacronistico che amiamo tanto.

Rivediamo quindi alcune delle esibizioni più memorabili delle scorse edizioni di Sanremo.

2001: i Placebo vengono brutalmente fischiati

Ogni adolescente ha un momento chiave in cui la propria vita e la propria percezione delle cose cambia. Per molti ragazzi italiani questo momento è stato proprio la sera dell’esibizione dei Placebo a Sanremo. L’inizio di ogni cosa, una vera rivelazione, un rapimento della mente e del cuore. Quell’anno il Festival fu condotto da Raffaella Carrà e in gara potevamo trovare artisti del calibro di Gigi D’Alessio, Alex Britti, Paolo Maneguzzi, Michele Zarrillo e Peppino Di Capri. Basta questo per contestualizzare l’edizione del 2001 e per sottolineare quanto il gruppo capitanato da Brian Molko sembrasse provenire completamente da un’altra dimensione.

Era da poco uscito loro il terzo album, Black Market Music, e come singolo da presentare al Festival fu scelto Special K, una canzone sulle pene d’amore (bene direte voi), ma con un palese riferimento alla ketamina (meno bene direte voi). Dopotutto Sanremo è Sanremo. E se l’universo musicale completamente lontano dai canoni del festival non bastasse ci pensò proprio il leader della band a gettare altra benzina sul fuoco, distruggendo la propria chitarra contro l’amplificatore nell’incredulità generale. Il pubblico in sala rimase piuttosto sbigottito, dividendosi tra fischi e applausi, ma i ripetuti rientri in scena di un Molko più che strafottente e provocatorio fecero scatenare la rabbia e il livore dell'intero Ariston. E fu così che Special K sfumò in un coro di insulti e consegnando questa esibizione alla storia della televisione italiana.

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2000: gli Oasis in playback (e non sembra fregargliene più di tanto)

Chiunque sia un appassionato di musica non può che ammettere come il playback sia una delle piaghe delle esibizioni televisive moderne. Artisti di enorme talento che sono costretti a mimare le loro stesse performance, per motivi spesso legati alla messa in onda televisiva, a discordanze tecniche e tempistiche spesso troppo frettolose in quelli che sono le incessanti tabelle di marcia televisive. Il Festival di Sanremo è da sempre uno dei principali esempi di questa triste tendenza televisiva e sono stati tanti gli artisti internazionali che si sono ritrovati a dover simulare le proprie esibizioni, dopo aver impiegato anni per padroneggiare ed eccellere nell’uso di uno strumento musicale e della propria voce.

Questo è il caso degli Oasis, ospiti di Sanremo all’alba del nuovo millennio, a presentare il singolo Go Let It Out, tratto dall’album Standing on the Shoulder of Giants che sarebbe uscito da lì a poche settimane. Gli Oasis sono la band del momento, partiti dal nulla hanno dominato la scena degli ultimi 6 anni riuscendo ad avere un impatto tanto sul piano musicale quanto su quello culturale. Ma tutto questo non basta ad evitare l’imposizione del playback nella prima serata di Rai Uno, perché dopotutto Sanremo è Sanremo. Il carisma dei fratelli Gallagher trasuda anche in questa occasione perché mentre tanti loro colleghi cercano goffamente di mascherare il playback tra imbarazzo e impaccio, loro si mostrano strafottenti e con la disinvoltura che li contraddistingue da sempre riescono comunque a mangiarsi un palco sul quale non si può neanche dire che si stiano esibendo fino in fondo. Il colpo di genio a circa 1:20 dell’esibizione, momento nel quale Liam volendo far vedere a tutti che è playback anticipa la frase «pick up the bass» che Noel dice nella versione studio, che effettivamente si sente pochi istanti dopo, quasi a smascherare un inganno di cui loro stessi sono protagonisti involontari.

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1996: i Blur si esibiscono con un cartonato di Graham Coxon

«Charmless Man, cioè un uomo... Ecco, lui...» recita Pippo Baudo mentre Damon Albarn esegue una buffa camminata alle sue spalle. Fine della presentazione dei Blur, cambio di inquadratura, ecco un primo piano di un serissimo Graham Coxon, chitarrista della band. Ah no, Coxon non c'è, ma in compenso c'è un suo cartonato, visto che quello originale era stufo degli show televisivi. Le premesse sono ottime. Inizia l'esibizione (in playback) giusto in tempo per accorgerci che il bassista che si sta esibendo non è Alex James, il quale si stava riprendendo da una sbornia, ma il bodyguard della band. Il giovane Damon saltella, rimbalza, gioca col microfono, rendendo l'esibizione tra le più surreali della storia sanremese.

La band aveva pubblicato da pochi mesi l'album The Great Escape, contenente brani come Country House, The Universal e, appunto, Charmless Man. Era il periodo della cosiddetta «battaglia del britpop» contro gli Oasis, competizione pompata dai media e che ancora oggi porta a contrapporre le due band britanniche. I Blur tornarono a Sanremo 3 anni dopo, nel 1999, a suonare Tender, in un'esibizione ben meno stravagante di quella precedente.

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1987: i The Smiths si prendono il palco

Il 1987 fu il primo anno nel quale l'Auditel registrò il riscontro del pubblico. In media, a serata, si registrò quasi il 69% di share e questo grazie alla coniugazioni di tanti fattori. Tra i tipici pettegolezzi che anticipano il Festival si sono aggiunti molti scandali tra i quali la morte di Claudio Villa durante l'edizione, Patsy Kensit nuda sul palco e tanti altri "inconvenienti" che ancora oggi fanno ricordare il 1987 come uno dei Sanremo più riusciti. Ma soprattutto fu l'anno dei grandi ospiti tra i quali una fantastica Whitney Houston, i Duran Duran, Europe e i The Smiths.

Prima dell'esibizione dei The Smiths in sé troviamo un'intervista fatta con domande semplici botta-risposta a Morrissey. Domande alle quali lui risposte enigmaticamente, come ci si potrebbe aspettare da lui - intervistatore "cosa ti piacerebbe fare o dove vorresti essere fra cinquant'anni?" risposta "non qui" -. Presentati come un gruppo sovversista, "guidati da una delle persone più carismatiche della scena inglese, sono uno dei gruppi inglesi più amati" i quattro di Manchester escono fra una folla che grida e si sbraccia.

Iniziano con Boy With the Thorn in His Side per poi passare a Shoplifters of the World Unite arrivando infine a Ask. L'esibizione durò quasi venti minuti perché, oltre ad ammaliare il pubblico con i suoi passi di danza, Moz e i suoi tennero la parte strumentale finale dei brani fino ad una durata complessiva di quattro-cinque minuti per canzone. Ed è così che gli Smiths si appropriarono del palco del Pala Rock dal quale erano in diretta come speciale del Festival. E fu anche l'ultima esibizione in diretta TV del gruppo proprio perché appena cinque mesi dopo Johnny Marr lasciò il gruppo disintegrando spezzando più di qualche cuore.

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1984: i Queen in playback (e trattati come dei pezzenti da Grillo e Baudo)

Correva l'anno 1984. I Queen, freschi della loro ultima fatica discografica The Works che sarebbe uscita di lì a poco, sono gli ospiti speciali di quell'edizione del Festival, per quella che, a tutti gli effetti, sarebbe stata la loro primissima volta a suonare nel nostro Paese. Peccato che Mercury e soci vengono avvisati solo all'ultimo che la loro esibizione sarebbe dovuta essere in playback. E già questo è abbastanza surreale. Aggiungetevi la classica introduzione fatta da presentatori (Baudo e Grillo) che di musica internazionale ne capivano quanto un neomelodico in un raduno di metallari e le premesse ci sono tutte: la band decide di ripagare la RAI della stessa moneta, con un'esibizione di Radio Ga Ga volta ad esasperarne il playback, con Freddie che canta volutamente lontano dal microfono e in alcuni momenti anche senza, e gli altri tre che lo seguono andando volutamente fuori ritmo.

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1997: le Spice Girls vengono cacciate dal palco da Mike Buongiorno

Si apre davanti a noi - e a chiunque avrà il coraggio di riguardare questo video - una delle situazioni più racappricianti della TV italiana. Per lo meno quella del 1997. Una Valeria Marini vestita di rosso cerca di presentare in un inglese maccheronico il gruppo più amato del momento, mentre Chiambretti vestito da cherubino e appeso al soffitto cerca di alzare lo strascico di Valeria in modo da scoprirla.

Le Spice Girls fanno il loro ingresso scendendo i larghi scalini con un'eleganza e dir poco inesistente mentre sfoggiano degli outfit puramente da Spice Girls. Un "buonasera Italia!" viene scandito e urlato poco all'unisono per poi rimediare cantanto acappella il ritornello di Wannabe. Dopo aver fatto oscillare un po' avanti e indietro Chiambretti regalano al pubblico un'esecuzione perfetta: il balletto sincronizzato e le movenze delle ragazze fanno respirare un po' di Girls Power all'Ariston. La frase "Forza ragazze!" che si sono trascritte sulla mano anticipa e chiude l'esibizione - ovviamente in playback - di Say You'll Be There poco prima del funesto arrivo di Mike Buongiorno. Infatti il conduttore cerca subito di rispedirle nei camerini e, anche se inizialmentte contrarie, le cinque si fanno convincere che forse è l'ora di lasciare il palco. Non prima però di aver assestato qualche bella pacca sulla spalla al graicilino Mike.

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2001: Eminem (con i D12) fa il dito medio alla platea

A 20 anni distanza da quell'esibizione, ancora ci chiediamo cosa abbia pensato Eminem quando si è ritrovato improvvisamente difronte a una platea di vecchi ingessati. La scena di lui che scende le scale e urla «SANREMOOOO» per ritrovarsi davanti a quel tipo di pubblico è un immagine che dopo tutti questi anni ancora provoca del disagio reale. Un po' come se invitaste a suonare una band punk alla balera che frequenta vostra nonna. Disagio che diventa sempre più forte man mano che durante il suo medley (I’m BackPurple Hills e The Real Slim Shady) viene raggiunto dal resto dei D12. Il pubblico presente non ci capisce ovviamente nulla. Nessuna reazione, nè da un lato nè dall'altro. La sua ospitata, voluta fortemente dalla Carrà, era stata contestatissima. Ciononostante l'esibizione si è rivelata totalmente tranquilla, se non per il dito medio (cosa inedita per il Festival). Quello che ne è rimasto ad anni distanza è solo il disagio (ed il fatto che Eminem sia tornato nel nostro Paese per un concerto serio solo 17 anni dopo, nel 2018 a Rho).

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1985: i Duran Duran in playback, con commento inutile di Pippo Baudo

La trentacinquesima edizione del festival di Sanremo non fa eccezione rispetto alle altre, quando si parla di playback.  Ma non staremo qui a sottolineare quanto sia denigrante per chi suona dover fingere di farlo. Voglio farvi notare che Pippo Baudo avrebbe potuto fare qualsiasi domanda o complimento a una delle band più amate dell'epoca. Avrebbe potuto anche solo semplicemente informarsi sui nomi degli artisti... E invece no. Al termine della finta esibizione, il conduttore stringe affettuosamente la mano a tutti e trattiene quella di Andy Taylor (il chitarrista). Tutto fiero, il presentatore annuncia al pubblico italiano «QUESTO è sposato con una napoletana!», senza riuscire a trovare altro da dire. A parte che sarebbe stato più elegante dire lui invece di questo, ma il problema è un altro... Stando alle informazioni che ho trovato in giro sul web, Andy Taylor è sposato con una certa Tracey Wilson. Piuttosto, è Roger Taylor (il batterista) ad aver sposato tale Giovanna Cantone, l'anno prima, a Napoli. Non solo non c'è stato nessun commento sul piano musicale, ma Pippo Baudo ha anche artigliato il Taylor sbagliato!

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2011: Avril Lavigne in playback, baciata in fronte da Gianni Morandi

Si parte col botto. Avril Lavigne viene invitata a presentare il proprio singolo, What The Hell, durante la sessantunesima edizione del festival. Io, sul divano fra sorella e madre, assaporo per una frazione di secondo la possibilità che Sanremo apprezzi finalmente gli artisti internazionali come meritano.
Come non detto: Elisabetta Canalis scambia la What The Hell Parade, evento organizzato dai fan fuori dall'Ariston, per il titolo reale del brano. Come se non bastasse, dopo l'esibizione, Avril viene trattenuta per una chiacchierata abbastanza cringe. Gianni Morandi ha tante qualità, ne sono certa, però non è un esperto di cultural shock.
É piuttosto evidente che la popstar canadese (all'epoca ventiseienne) si sentisse un po' fuori posto, ospite su un palco di un Paese molto diverso dal suo. L'eterno ragazzo, ovviamente, prova a metterla a suo agio e la intervista maldestramente, tirando in ballo il limoncello. Dulcis in fundo, nel dare la pubblicità, Gianni Morandi pensa bene di abbracciare teneramente la cantante. E la bacia in fronte, anche se lei vuole palesemente smaterializzarsi a Toronto.