Saper ricreare nelle sonorità, nei versi e nelle atmosfere sensazioni tipiche di contesti completamente diversi non è cosa da tutti. L’esempio più palese al giorno d’oggi si trova in chi, con risultati più o meno buoni, si lancia in tentativi di riproporre suoni di decenni passati in genere attualissimi. Un po’ quello che è successo (e in realtà succede da diversi anni) con il pop anni ’80, che ha visto in popstar del calibro di Mark Ronson prima e Dua Lipa e The Weeknd poi dei veri e propri pionieri e leader. La lista può poi essere tranquillamente allungata a sfaccettature rock un po’ più ricercate. I White Lies, ad esempio, hanno fatto delle sonorità ’80 un marchio di fabbrica sin dagli albori, così come i primi Kasabian hanno rappresentato da sempre il perfetto collante tra il britpop fine 80’-inizio 90’ e il big beat di Fatboy Slim. Un lavoro interminabile e impossibile da completare.
Ma ancora più complicato di riproporre i tratti caratteristici dei diversi generi musicali è cercare di ricreare una sensazione o un’atmosfera tipiche di situazioni anche distanti anni luce dall’idea da cui è nato un brano o un disco. Ad esempio: quando si avvicina il Natale tantissimi sono gli artisti, più o meno sulla cresta dell'onda o all'apice della rispettiva carriera, che si lanciano in cover di canzoni natalizie o in raccolte delle più celebri canzoni di Natale per offrirne la loro personalissima versione. Ma l'atmosfera natalizia, senza parlare direttamente di Natale, è difficilissima da riprodurre o da richiamare.
Sulla base di questa premessa, so che mi prenderete per pazzo, ma mi sono chiesto: esistono delle canzoni in grado di farci sentire come il giorno di Natale pur non essendo esplicitamente canzoni di Natale? Secondo me sì e vi propongo qui un piccolo estratto di una particolarissima playlist di Natale che potete trovare su Spotify, in cui ho mescolato canzoni natalizie a canzoni che non lo sono affatto, ma che racchiudono perfettamente lo spirito del 25 dicembre!
The Ultracheese – Arctic Monkeys
Alex Turner e tutti i progetti che ruotano attorno a lui non hanno limiti. Negli ultimi dieci anni ha dimostrato più volte e via via con maggiore polso la sua grande capacità di evolversi e di sapere toccare sfere cui non compete. Se anche voi come voi associate il Natale ad un pizzico di malinconia, questa canzone assume tutto d’un tratto un nonsoché di confessione/riflessione con qualche familiare davanti ad un fuoco di camino che scoppietta. Grazie Alex per allietare ogni tipo di situazione immaginabile.

Home Again – Michael Kiwanuka
Natale è famiglia e, per molti di noi, ritorno a casa. Home Again è la title track dell’album di debutto di quel fenomeno di Michael Kiwanuka, che ha deciso di presentarsi al pubblico riducendo in mille piccoli pezzetti i nostri cuori. Un disco incredibile per i suoni blues e soul che sono in grado di catapultare l'ascoltatore in una dimensione parallela in cui non esistono cattiveria e problemi di alcuna natura. Non c’è bisogno di spendere molte altre parole per descrivere uno dei brani che hanno spianato senza dubbio la strada alla nuova ondata di artisti new soul contemporanei.

(All Afternoon) In Love – The Vaccines
Tra gli artisti e le canzoni che non ti aspetteresti mai in una playlist così, ci metterei proprio loro. Quei vecchi volponi dei Vaccines la sanno lunga e hanno sempre saputo cavalcare come pochi altri tutte le loro influenze, producendo dischi convincenti e pezzi che hanno fatto la storia della cultura indie degli anni ’10 del nuovo millennio. English Graffiti (2015) è senza ombra di dubbio il loro album più sperimentale e vario in cui, alla track numero 5, troviamo questa perla di malinconia e dolcezza, in cui basso e piano ci cullano ancora una volta in un’atmosfera al sapore di cannella e canditi.

Lost In The Light – Bahamas
Ad arrivare in Europa e guadagnarsi l’attenzione che meritano ci hanno messo (purtroppo) un bel po’, ma successi come Lost In The Light (2012) hanno sicuramente agevolato questo processo pur con qualche anno di ritardo. Quella voce calda che ricorda tanto John Mayer, quei cori simil-gospel, quelle corde di chitarra sfiorate, quel ritmo dolce e avvolgente. Wow.

Pretty Paper – The Lumineers
Se foste davanti ad un cruciverba e vi trovaste di fronte alla definizione “Band neo-folk in grado di farvi emozionare con ogni singola canzone”, gli spazi da riempire sarebbero 12: T-H-E-L-U-M-I-N-E-E-R-S. Già, la capacità di coinvolgere l’ascoltatore è da sempre il tratto caratteristico della band di Denver (anche se nativa di New York), che ha saputo sfondare prepotentemente quel muro che divide (formalmente, più che sostanzialmente) il folk dal pop. Pretty Paper è un singolo del 2018, rilasciato a pochi giorni dal Natale, il che rende questa canzone la più natalizia della playlist. Anche alla luce della melodia raffinata e della voce straziante di Wesley Schultz.

Love That Girl – Raphael Saadiq
Per chi non lo conoscesse, Raphael Saadiq è un cantautore e polistrumentista americano che ha beffardamente raggiunto l’apice del suo successo come produttore di diversi artisti R&B e soul della scena afroamericana. Annoverare nomi del calibro di John Legend, Stevie Wonder ma soprattutto Erykah Badu e D’Angelo (con cui ha vinto un Grammy) suona persino riduttivo. Nel tempo libero ha pubblicato diversi dischi, tra cui spicca The Way I See It, da cui è estratto il brano in questione. A farla da padrone le sonorità tipiche dei successoni anni ’80, che rendono il pezzo una clamorosa hit natalizia ampiamente sottovaluta.

Stranger’s Kiss – Alex Cameron and Angel Olsen
Musicalmente ha tutti gli ingredienti per essere considerata una canzone di Natale a tutti gli effetti: piano e campanacci come sfondo, un bel tocco anni ’80 (periodo storico in cui registrare canzoni di Natale ha riscosso particolarmente successo - ogni riferimento allo Whamageddon è puramente casuale -) ed un testo strappalacrime. Alex Cameron, cantautore australiano soft rock, ha scelto la voce angelica di Angel Olsen per completare questo piccolo capolavoro natalizio non-natalizio.

Parade – Kevin Morby
Pacchetto di fazzoletti in tasca pronto all’uso anche per questa bomba di malinconia e melodramma del chitarrista (e polistrumentista) folk americano Kevin Morby. Il coro e il pianoforte che si prendono la scena al minuto 2:10 potrebbero senza problemi essere scelti per una pubblicità di un qualunque panettone o nella più classica scena d’amore di un film natalizio in stile L’amore non va in vacanza.

Parliament Hill – Smith & Burrows
Baritono post-punk, nichilista, scatenato sul palco al suono di chitarre elettriche e sintetizzatori. L’avreste mai detto che Tom Smith potesse sentire così tanto il Natale? Con l’amico Andy Burrows, polistrumentista, cantante solista e batterista dei Razorlight, il frontman degli Editors ha inciso due dischi, pubblicati a distanza di 10 anni l’uno dall’altro. Il primo di questi, Funny Looking Angels (2011), è palesemente un disco di canzoni di Natale, alcune di produzione propria, altre cover. Il secondo, Only Smith & Burrows Is Good Enough (2021), è invece la valvola di sfogo dei due amiconi per sprigionare tutta la loro gioia di vivere e animare le domeniche in famiglia con un perfetto sottofondo musicale. Questa ballad calza perfettamente con il clima natalizio.

Grow Old With Me – Tom Odell
Un picco clamoroso al suo disco di debutto, da cui è estratto questo brano, e poi un plateau che sa di stella mai completamente esplosa. Una cometa, se vogliamo, come quella che illumina il cielo di ogni presepe che si rispetti. Una capacità innata di toccare corde particolarmente delicate nell’ascoltatore ed un talento al pianoforte perfettamente riconoscibile, lo rendono perfetto per la playlist che ho progettato. Grow Old With Me è un inno all’unione e all’affetto, con gli accordi di piano nelle ottave più alte e quei sonagli di sottofondo che sanno tanto di slitta di Babbo Natale.
