Quante playlist facciamo su spotify? Noi sicuramente tantissime. Ogni playlist dedicata a un momento, a un avvenimento particolare, a una persona o semplicemente perché si vuole ascoltare quel mix di canzoni in quel momento. E spesso, andando per la propria vita con le cuffiette addosso, quelle playlist diventano la colonna sonora della nostra vita e ogni canzone si lega indissolubilmente a un momento. Beh, pensate allora a quanto importante è scegliere la giusta colonna sonora per un film! Ogni momento deve essere valorizzato, da fanfare portentose, da melodie appena appena udibili, da sviolinate commoventi. Cosa sarebbero i titoli di testa di Star Wars, o l’entrata dello squalo in Lo Squalo, o Amelié in giro per Parigi senza le rispettive soundtrack?
Più recentemente però, e sempre più frequentemente, i registi decidono di non affidarsi più a un compositore per una colonna sonora scritta appositamente per la pellicola, ma di inserire musica già popolare, creando (o, meglio, facendo creare a un music supervisor) una vera e propria playlist. Negli ultimi anni sempre più lungometraggi sono stati accompagnati da alcuni degli artisti indie piu interessanti, facendoci spesso scoprire nuova musica; eccovi quindi 10 colonne sonore molto indie.
Lost In Translation (2003, Sofia Coppola)
Sofia Coppola è la regina delle colonne sonore indie. Per il suo film di debutto, Il Giardino Delle Vergini Suicide, ha ingaggiato il duo francese Air, che ha composto una colonna dreampop iconica (così iconica che appare spesso in altri film o serie, ad esempio quando Veronica Mars dopo una delle rotture con Logan Echolls si chiude in camera e l’ascolta non-stop). Ma i due film dove le colonne sonore sono veramente delle playlist da urlo sono Lost In Translation e Maria Antonietta; vi avevamo già parlato di Maria Antonietta, uno sguardo alla corte di Versailles pre Rivoluzione Francese ma soprattutto il viaggio emotivo di una giovane ragazza tra post Punk, New Wave e Garage Rock. Anche in Lost in Translation seguiamo il viaggio emotivo di una giovane ragazza (Scarlett Johansson) persa a Tokyo (in compagnia di Bill Murray) ma qui le atmosfere giapponesi si sposano perfettamente con quelle shoegaze di Kevin Shields e i suoi My Bloody Valentine e dei Jesus and Mary Chains, assieme all’indie pop francese di Phoenix, Sebastian Tellier e ancora una volta degli Air; indimenticabile poi la scena del karaoke, con una Scarlett Johansson in caschetto rosa che canta Brass in Pocket delle Pretenders. Una colonna sonora notturna, al neon e sakè.
500 Giorni Insieme (500 Days of Summer, Marc Webb)
500 Giorni Insieme è stato un po’ un fenomeno tra i numerosi film indipendenti degli anni 00s/10s. Non si sa se ha ridefinito un genere (quello della commedia romantica indipendente) o gli abbia definitivamente posto la fine; una cosa che ha innegabilmente fatto è stato ridefinire il prototipo di Manic Pixie Dream Girl, la ragazza che serve solo per salvare il destino del protagonista, dandogli gli occhi e la frangetta di Zooey Deschanel è un amore per gli Smiths. Infatti, proprio grazie There is a Light that Never Goes Out i protagonisti della nostra non-love story si parlano per la prima volta, e la musica sarà un tema costante durante il film. Oltre ai già menzionati Smiths, troviamo Regina Spektor, Feist, Wolfmother e Black Lips: insomma, un film che ha indie-girl scritto ovunque; basti pensare che il beatle preferito di Zooey è Ringo Starr.
Blue Valentine (2010, Derek Cianfrance)
In questo film non si sente mai Blue Valentines di Tom Waits. In compenso però, possiamo trovare un Ryan Gosling che suona l'ukulele e fa una serenata alla sua innamorata Michelle Williams. Questo film romantico è a tratti dolce a tratti straziante, e la colonna sonora firmata dai Grizzly Bear accompagna perfettamente le atmosfere dell’America rurale dove è ambientato. È un caso molto particolare di colonna sonora la quale è composta da brani di dischi precedenti della band statunitense (Veckatimest del 2009 e Yellow House del 2006) registrati in versione strumentale, rendendoli perfetti per il mood della pellicola (oltre che per lunghe sessioni di studio).
Whip It (2009, Drew Barrymore)
Anche Elen Page, protagonista di Whip It, è una delle eroine per eccellenza dei film indie. Qui, interpreta Bliss, una ragazza che vuole cominciare a praticare il Roller Derby, sport femminile a metà tra il pattinaggio di velocità e il rugby: in poche parole, volano scazzottate. La colonna sonora è ribelle ed energica; tra Ramones, Breeders, Clap Your Hands Say Yeah, non può non venire voglia di prendere subito un paio di pattini. Come dice la canzone di Peaches nella soundtrack «the boys wanna be her, the girls wanna be her»!
Trainspotting (1996, Danny Boyle)
Classico degli anni ‘90 nella colonna sonora c’è tutto quello che potreste aspettarvi da un film inglese di quel periodo. Blur vs Oasis (vs Suede vs Pulp), New Order, non dimenticando l’ormai cult scena d’apertura con il protagonista Mark Renton (Ewan McGregor) e il suo amico Spud che scappano dalla polizia sulle note di Lust For Life di Iggy Pop: canzone che riassume il monologo Chose Life del film (e che grazie ad esso ha riacquistato popolarità negli anni ’90, a vent’anni dalla sua prima uscita).
Diario di una Teenager (The Diary of a Teenage Girl 2015, Marielle Heller)
Tratto dalla graphic novel omonima di Phoebe Gloeckner, questo film del 2015 racconta la storia di Minnie, un’aspirante fumettista di 15 anni che comincia a scrivere e illustrare un diario e allo stesso tempo intraprende una relazione col nuovo compagno della madre. Erano altri tempi, erano gli anni ’70; la pellicola, infatti, ha una bellissima soundtrack über seventies con gli Stooges di Iggy Pop, i Television, Nico e T-Rex.
God Help The Girl (2014, Stuart Murdoch)
Questo film del 2014 è un delizioso musical con protagonisti Olly Alexander, Emily Browning e Hannah Murray. Si, ho detto musical! Scritto e diretto da Stuart Murdoch, cantante dei Belle & Sebastien, il quale, ha ovviamente anche composto le canzoni. Un musical sulle note indie-pop familiari a tutti i fan della band scozzese, che racconta di tre amici che sognano di diventare musicisti.
The Twilight Saga: New Moon (2009, Chris Weitz)
Il secondo film della saga vampiresca più amata e odiata da tutti portà essere un brutto film (opinabile), ma la colonna sonora è una compilation di canzoni originali composte appositamente per esso dagli artisti della scena indie più hot della fine degli anni zero. Thom Yorke, Lykke Li, Muse, Bon Iver feat. St. Vincent e Grizzly Bear feat. Victoria Legrand dei Beach House. Uno spreco? L’unica cosa bella di questo film? Chissà. Intanto ringraziamo a nome di tutte le ragazzine che hanno amato la saga di Twilight per averci fatto scoprire tutti questi artisti.
Juno (2007, Jason Reitman)
Torna Ellen Page con il film che l’ha resa famosa; in Juno, dopo essere rimasta incinta del suo migliore amico, la protagonista decide di portare avanti la gravidanza e dare in adozione il neonato. Juno è unita dalla passione per la musica al futuro padre del suo bimbo, descrive la sua band preferita come una cosa a tre tra gli Stooges, Patti Smith e le Runaways. La colonna sonora rispecchia la passione per la musica della protagonista, regalandoci un mix di classici (dai Kinks a Buddy Holly), un po’ di indie folk con Cat Power e i Belle and Sebastien e una versione di Superstar (resa popolare dai Carpenter) dei Sonic Youth.
Le Donne della mia Vita (20th Century Women, 2016, Mike Mills)
Mike Mills ha scritto e diretto questo film autobiografico raccontando la sua adolescenza nella Santa Barbara del ’79 per mezzo del protagonista, il quindicenne Jamie, e le donne della sua vita: la sua migliore amica Julie (Elle Fanning), sua madre Dorothea (Annette Bening) e una ragazza che la famiglia sta ospitando, Abbie (Greta Gerwig).
Lo scontro generazionale tra Jamie, Julie e Abbie e Dorothea è rappresentato non solo dal punto di vista narrativo, ma anche con la musica. Sei i tre giovani, particolarmente Abbie, sono appassionati della novità del momento, ossia il punk (sentiamo Black Flag, Buzzcocks, Talking Heads e David Bowie), non mancano i classici da American Songbook come In a Sentimental Mood e As Time Goes By, che ci regalano un sentimento nostalgico per l’America di Dorothea.