18 aprile 2023

La magia di Sexto 'Nplugged: intervista a Fabio Bortolussi

Il Sexto 'Nplugged quest'anno diventa ufficialmente maggiorenne e per la sua diciottesima edizione si festeggerà insieme ad Hania Rani, King Hannah, Verdena, Ben Howard e Dry Cleaning. Dal 6 all'11 luglio 2023 nella bellissima piazza Castello di Sesto al Reghena (PN), potrete ascoltare questi artisti in una location unica dove musica, arte, storia e cultura sono una cosa sola. Un festival boutique, programmato con molta cura e ricerca, fatto con la testa e con il cuore. Insomma, il Sexto 'Nplugged è uno di quegli appuntamenti estivi che non dovreste lasciarvi sfuggire per nessun motivo. Se siete persone curiose e affamate di bellezza allora è il posto che fa per voi, come ci ha confermato uno degli organizzatori, Fabio Bortolussi, durante una bella chiacchierata che trovate qui sotto.

Prima di parlare di questa nuova edizione, ti chiederei un bilancio sull’ultima, che è stata anche la prima post-Covid con il pubblico.

Come edizione è andata molto bene, a parte la faccenda di Agnes Obel e quel patatrac dell’ultimo minuto. Ha avuto un problema col tour bus a Terni il giorno del live e quindi non è riuscita a venire. Per noi è stata una batosta che ci ha lasciato l’amaro in bocca. Avevamo costruito tutta la lineup intorno a lei. È stato come organizzare una cena, ma l'ospite d’onore manca. A livello nazionale eravamo stati fra i primi a portarla in Italia una decina di anni fa. Credevamo nel suo progetto ed eravamo molto felici di averci visto giusto. Lei era molto dispiaciuta. Ma in generale poi è andata bene, perché comunque siamo usciti a spaziare dall’elettronica di Rival Consoles agli Arab Straps, passando per i black midi. Sti ragazzini sul palco facevano quello che volevano. Sono stati fantastici. Poi come vi avevo accennato lo scorso anno, abbiamo creato la Lounge, un'area relax nella piazzetta adiacente ai confini dell’abbazia, dove trovi arte e musica con DJ al femminile. Ci teniamo molto a questo. Come festival abbiamo sempre spinto il mondo femminile: di artiste da noi ne sono passate veramente tantissime, forse più degli uomini. La lounge è un’area che funziona bene, sei lì che ti bevi la birretta e ti ritrovi di fianco agli artisti. È  una dimensione molto umana, molto piacevole e il pubblico la apprezza.

Anche quest'anno avete una signora lineup con Hania Rani, King Hannah, Verdena, Ben Howard e Dry Cleaning. Qual è stato il nome su cui avete puntato di più per questa edizione?

Questa edizione nasce intorno a Ben Howard. È una scommessa che abbiamo voluto affrontare, perché è un artista che in Inghilterra è stra-conosciuto, mentre in Italia è solo venuto un paio di volte. Quest’anno lo avremo in esclusiva nazionale. Lui è perfetto per il Sexto, ha questa dimensione intima e tutti i requisiti per suonare in una location come quella del cortile dell’abbazia. Siamo partiti da lui e da lì abbiamo costruito la lineup di questa edizione. Abbiamo avuto la fortuna di mettere insieme Hania Rani e King Hannah. La prima è un’artista che nasce come pianista classica, ma con delle contaminazioni elettroniche. Rappresenta l'essenza di quello che è la nostra filosofia di festival, perfetta per creare l'atmosfera giusta per la nostra location. Un po' com'é stato lo scorsa anno con Rival Consoles: uno che ti fa un’elettronica che sfiora la techno nel cortile dell'abbazia è un gioiello. Un accostamento che sembra stridere per quel contesto, ma che in realtà sta da Dio.

ionicons-v5-c
%27nplugged

Qualche settimana fa, intervistando gli Algiers, mi ha fatto molta impressione sentire da loro un appello per tornare a suonare in Italia. Evidentemente c’è poco coraggio da parte dei promoter nostrani a chiamare una band come la loro.

Hanno perfettamente ragione, sono d’accordo con loro. Quando li abbiamo portati in Italia a febbraio, era per una data in collaborazione con Capitol, cinema dismesso di Pordenone trasformato in sala concerti. E con loro abbiamo affrontato questa scommessa. Gli Algiers li ho visti 3, 4 volte In Italia e non ho mai trovato una grande affluenza di pubblico. Noi ci abbiamo lavorato molto e alla fine la sala era piena. La band era molto contenta e li ho visti veramente presi bene, perché si era creato il contesto giusto.

Come come vedi, in generale, la situazione dei Festival in Italia rispetto all’Europa?

I festival in Italia non sono paragonabili a quelli che ci sono in Europa. Hanno un altro concetto di festival lì. Noi però abbiamo il vantaggio di avere tanto belle location: guarda il Sexto, con il cortile dell’abbazia e tutto il resto, in Italia ce ne sono tanti altri di posti del genere. Secondo me, passami questo brutto termine, dobbiamo cercare di vendere un prodotto dove anche lo straniero può avere un'alternativa ai grandi festival. Perché è vero, abbiamo il Firenze Rocks, gli I-Days, e i vari festival mainstream, ma secondo me siamo più forti dal lato dei boutique festival. Abbiamo questa possibilità di avere le location più belle del mondo. Noi nel corso degli anni, avendo spesso tanti gruppi inglesi, avevamo anche molti spettatori che venivano dall'Inghilterra a Sexto a vedersi i concerti e dicevano “io quand’è che mi vedo il mio artista preferito a dieci metri dal palco?" E non siamo solo noi. È un’opportunità per tutta l’Italia. Se si fanno le cose con testa questo è tranquillamente un prodotto turistico. Con tutti i centri storici che abbiamo, si possono creare festival dove ci sono anche arte, storia e cultura. Cosa vogliamo di più?

La forza italiana sta nei boutique festival quindi? 

Secondo me si. A seconda del posto si può creare un prodotto culturale che è consono ad una direzione artistica che vuole comunque comunicare qualcosa, indipendentemente dal genere musicale. È una questione di mentalità di voler vedere le cose in maniera diversa, senza nulla togliere ai grandi festival, che servono pure quelli. Anche se in Italia non abbiamo i festival del nord Europa. Siamo lontani. Tu che ne pensi?

Sono d'accordo con te. I festival mainstream in Italia sono delle imitazioni, spesso mal riuscite, di quelli esteri. Poi invece abbiamo dei festival boutique che sono unici: penso a voi, al Ferrara Sotte Le Stelle, Acielaperto, Ypsigrock…

Esatto! Il Ferrara Sotto le Stelle è un’istituzione per chi fa questo tipo di festival in Italia. Ha dimostrato che la cosa funziona. Bisogna guardare ai conti, perché bisogna anche incassare. In quel modo crei un prodotto e un indotto. Perché se riesci a fare questo tipo di programmazione e vengono persone pure dall’estero, avranno bisogno di strutture. È tutta una catena che si muove. È una forma di turismo diverso che in Europa non c’è, se non da noi.

Cosa ti aspetti da questa edizione?

Mi aspetto un riavvicinamento, perché il pubblico l’anno scorso era disorientato a causa della pandemia. Spero si possa tornare a far rinascere la curiosità negli spettatori. Esiste un mondo musicale e culturale che non fa parte della grande distribuzione ma che ti può dare tanto, a livello emozionale o conoscitivo. Noi siamo il vettore che porta alla conoscenza degli artisti che portiamo. "Vado al Sexto perchè voglio scoprire qualcosa": questo mi piacerebbe che accadesse di nuovo.

 

Gli headliner del Sexto 'Nplugged 2023:

6 luglio: Hania Rani7 luglio: King Hannah8 luglio: Verdena9 luglio: Ben Howard (escl. nazionale)11 luglio: Dry Cleaning

Per info e biglietti cliccate qui.