Devo intervistare Matt Maltese e inizio a ridere dal momento in cui mi danno il suo numero di telefono per chiamarlo su Whatsapp il tal giorno all'ora prestabilita. L'immagine di profilo è una sua foto scattata con quel filtro Instagram che ti fa comparire in testa un casco con la tua stessa faccia moltiplicata decine di volte. Faccia seria, palpebra un po' cadente: il risultato è a dir poco esilarante e mi conferma che il personaggio riflette a pieno la musica da lui stesso prodotta. Chi conosce già il giovane cantautore inglese saprà che è noto per la verve dei testi, un mix di giochi di parole, versi intrisi di ironia e sarcasmo intelligenti e un romanticismo tragi-comico. Per chi non lo conoscesse, oltre ad avere un'incredibile penna, il ragazzo ha 23 anni, ha origini italiane e alle spalle ha un debut piuttosto carino, Bad Contenstant, dai toni agrodolci e nostalgici, zeppo di ballatone sentimentali al piano che sembrano provenire da un'altra era, grazie alle quali l'appellativo di crooner è praticamente immediato. Gli segue a distanza di un solo anno, Krystal, una produzione indipendente a 360 gradi, basilare, nata e pubblicata in cameretta, che vede pochi, essenziali elementi di contorno alla voce e al fedele piano, un sound più vicino agli anni '80 di Il tempo delle mele (ascoltate Reality di Richard Sanderson e capirete), dolciastro e tremendamente malinconico allo stresso tempo.
Lodato dalla stampa musicale inglese indie, da DIY a Dork, non si fanno mai sfuggire l'occasione per dargli spazio, Matt Maltese arriva alla sua terza uscita in tre anni, questa volta opta però per un formato più breve, l'EP, intitolato madhouse, che tra un «I wanna be the French to your fries» in hi e un «I left with my shampoo and then I just wept» in sad dream vi farà nel miglior modo possibile schizzare in alto la glicemia. L'EP infatti è un concentrato di amore in tutte le forme, con le sue ballad ironicamente smielate tornano facilmente in mente i momenti tristi di 500 giorni insieme, le canzoni appaiono come dolci consolazioni in cui il cantautore sembra dirti all'orecchio "ci sono passato anche io, so benissimo cosa significa" e aiutarti a "darti l'ennesima zappa sui piedi". Sarà per questo che Matt Maltese mi è piaciuto moltissimo fin da subito, dall'uscita del suo debut, perciò mossa da un'incredibile voglia di dargli spazio finalmente anche in Italia e farlo conoscere al pubblico nostrano, non mi faccio sfuggire l'occasione di farci due chiacchiere.
Come stai? Dove ti trovi in questo momento?
Sto bene, grazie. Sono a Londra, vivo subito a sud del fiume, sono stato qui negli ultimi 4 mesi, semplicemente a casa mia. Sto cominciando a godermi un po’ la vita solo adesso, finalmente sono andato a trovare i miei genitori, ho fatto alcune cose più carine, ma, come sicuramente saprai, è stato folle.
Purtroppo siamo tutti nella stessa situazione, ti capisco. Prima di tutto, grazie mille per quest’opportunità, sono davvero felice di intervistarti, perché sono stata tra i primi a parlare di te e del tuo primo album in Italia.
Oh, grazie, significa molto per me!
Come hai accennato, hai vissuto in Italia e hai origini italiane e hai fatto anche una versione italiana di una delle tue canzoni, che è esilarante. Per presentarti al pubblico italiano, puoi parlare un po' della tua storia e del tuo rapporto con questo paese?
[ride] Sono molto consapevole che la mia pronuncia attualmente sia incredibilmente inglese, ma dovevo farne una, capisci!
Dunque, i genitori di mio padre sono siciliani e si sono trasferiti in Canada quando avevano penso 19/20 anni e poi mio padre è cresciuto in una sorta di comunità italo-torontoniana. Era una parte importante della mia infanzia, andavamo in Canada la maggior parte dei Natali e passavo il tempo con la famiglia di mio padre, mangiavo con molti parenti italiani e non avevo idea di chi fossero per via della cacca di cane, che è una pessima rappresentazione di Milano, sono sicuro che ora sia meglio. Ho bellissimi ricordi di quando passeggiavo attorno al Duomo, voglio dire, sono ricordi molto sfocati. Visitavo l'Italia con mio padre il più possibile, perché c'erano i legami linguistici e con la cultura e la famiglia, nella mia vita ho trascorso molto tempo in Toscana, l'ho adorato.
Quindi, qual è il tuo aspetto preferito della cultura italiana?
Dio, sembrerò prevedibile: il cibo, sì. Non solo il mangiare, anche il modo in cui gli italiani si uniscono grazie al cibo, che è un modo per fare conversazione e sentirsi più vicini alle persone, penso che sia davvero diverso dalla cultura britannica. Penso che sia davvero una specie di vivere per mangiare piuttosto che di mangiare per vivere, il che penso sia davvero speciale.
Parliamo del tuo nuovo EP, madhouse, che mi piace molto. Questo è la terza uscita in tre anni, perché questa scelta? Intendo, non preferisci aspettare un po’ tra una release e l’altra?
Grazie! [ride] Voglio dire, sento di aver già dovuto aspettare, di solito anche i 6 mesi tra la realizzazione e il poter pubblicare mi sembrano un'attesa abbastanza lunga. Devo fare qualcosa ogni giorno, voglio davvero scrivere qualcosa ogni giorno, immagino che questo significhi che ho molto da pubblicare, sento un grande scopo in questo, nel tirar fuori continuamente musica e farla, e immagino che la velocità con cui viene bene non ti fa pensare troppo, stai facendo un bel po' di lavoro e poi lo rilasci senza avere un anno e mezzo per decidere come ti senti al riguardo, come sarà. Penso di essere più adatto a questo in questo momento.
Siccome stai pubblicando un EP, che è più corto di un album, mi piacerebbe parlare dell’EP traccia per traccia. Vorresti commentare ogni canzone nell’EP con il suo significato, alcune curiosità al riguardo, ecc.?
Certo, sicuramente! Iniziamo con la prima che è little person. Questa è una cover, è una delle mie canzoni preferite di sempre, viene da questo film di Charlie Kaufman chiamato Synecdoche, New York. È una storia molto strana su questa specie di regista teatrale che crea una sorta di set della sua vita e porta avanti la sua vita come una continua performance, mentre vive la sua vita anche al di fuori dal palco. Questa canzone era il mio momento preferito nel film, ecco perché l’ho scelta, molto semplice.
E poi… dopo little person qual è la canzone successiva? queen bee, ecco! (La adoro! Grazie [ride] ndr). Credo che questa sia una canzone sciocca sull’abbracciare l'idea di “trovare il tuo unico vero amore”, ma anche sul ridere di essa. E immagino sia solo una canzone sul bilanciare questi due lati: essere sempre pieni di speranza e un po' romantici, ma anche essere un po' cinici su tutto l’aspetto legato della società, su quanto sia una parte della nostra vita che ci fanno percepire come se fosse una specie di “vero senso della vita”. Direi che riguarda più o meno questo.
Cosa c’è dopo queen bee? hi! Questa era originariamente solo una canzone per pianoforte e le parole sono arrivate un po’ più tardi, cosa che succede normalmente. Penso che sia una canzone sull’accorgersi che qualcuno che è sempre stato lì per te c’è sempre, una specie di lento rendersi conto dell'amore. Questa è così.
Cosa viene dopo? madhouse, sì! Credo sia una canzone su quanto possano essere fragili la felicità e la tristezza, su come puoi avere queste strane relazioni, luoghi, cose e persone. Come questa specie di equilibrio può lasciare il tuo stato d'animo. C’è quella, e poi leather wearing AA. Questa canzone è più vecchia di un paio d'anni, una di quelle per cui non sono riuscito a trovare il posto giusto, ma ho cambiato il testo circa 6 mesi fa ed è diventata una cosa che mi sembrava giusta per l'EP. Ho pensato che ci fosse molta angoscia adolescenziale in essa, tipo una specie di amore angosciato, tipo "oh no, mi sto innamorando di qualcuno di cui non dovrei innamorarmi", che può essere un cliché, ma ho pensato che fosse qualcosa che mi sentivo di voler dire. Dopo tutto quel tempo, mi piace ancora, stavo trovando il posto per farla esistere. È semplicemente questo, sono decisamente io da adolescente [ride].
E poi c’è sad dream. Di nuovo, questa è stata scritta subito dopo Krystal, proprio quando Krystal è stato rilasciato e mi sembra che fosse una specie di una canzone sciocca che spezza il cuore, che parla di quella sensazione di speranza che provi quando ti svegli, quando ti è successo qualcosa di schifoso e te ne dimentichi per 3 secondi quando ti svegli e poi ti ricordi che esiste. Era una specie di canzone che prendeva in giro quanto possano essere disperatamente dolorosi quei 3 secondi. Direi che è una specie di canzone felice sul lasciarsi. Ma in fin dei conti probabilmente triste.
E quando hai scritto queste canzoni?
Ad essere onesti, sono un bel mix. Come dicevo, leahter wearing AA è un po’ più vecchia delle altre. Un po’ alla fine dell’era di Krystal, un paio di canzoni sono state scritte tra Bad Contestant e Krystal, ma non erano molto adatte a Krystal. Ma sono state tutte finite nello stesso periodo e modificate e rese tali da sembrare come se facessero tutte parte dello stesso lavoro.

Come hai affermato, sembra che nelle tue canzoni ci sia molta malinconia e solitudine in generale. Mi chiedevo: come affronti queste emozioni?
Come affronto queste emozioni? Questa è una domanda grossa! Immagino di affrontarle in qualche modo accettandole a volte, sono come chiunque altro, sicuramente attraverso periodi in cui non le gestisco molto bene. Penso che le canzoni probabilmente lo dimostrino da sole. Immagino che l'accettazione della solitudine sia una parte importante della vita di tutti, immagino che mi piaccia parlarne più di quanto fanno altre persone, perché è qualcosa di cui non voglio davvero evitare di parlare, è una parte importante della mia vita. A volte per scelta, non penso necessariamente che essere soli sia una brutta cosa, penso che spesso possa in qualche modo portarti una maggiore comprensione di ciò che è importante per te nella tua vita, più di ogni altra situazione.
E la malinconia... come gestisco la malinconia? Penso .
Penso sia molto difficile capirlo e gestire queste emozioni, ma penso che scrivere in generale sia molto d’aiuto.
Certamente! Certamente!
Sei molto conosciuto per i tuoi testi, perché sono molto arguti e piuttosto romantici, quindi quando hai iniziato a scrivere canzoni?
Ho iniziato a scrivere canzoni probabilmente quando avevo 14 anni. Ed erano... orribili, davvero davvero pessime, non credo aver saputo di cosa volevo scrivere fino a quando non sono diventato un po’ più grande. Penso che sia stato piuttosto importante per me, voglio dire al momento sto cercando di scrivere altre cose, come scrivere una sceneggiatura, e sono così grato di aver iniziato a scrivere canzoni presto in modo da poter pensare che le canzoni di merda fossero buone. È difficile quando i tuoi gusti non corrispondono alle tue capacità, che è un po’ come mi sento ora quando provo a scrivere altri tipi di cose. Ho iniziato da giovane ed è passato molto tempo da esse, immagino.
E scrivi anche per altri artisti?
A volte sì. L’ho fatto un po’ negli ultimi anni per persone di cui mi piace molto la voce, entro nella stanza con loro e a volte scrivo con loro. Mi è piaciuto molto, vorrei che fosse una parte più grande della mia vita onestamente. Penso che gran parte del mio processo di creazione musicale sia solitario e mi piace sicuramente provare a bilanciare ciò, ad esempio scrivendo canzoni che non riguardano me, che non siano una specie di “esprime me stesso?”, che credo sia una cosa che è buono mettere da parte.

Il tuo primo album, Bad Contestant, è stato pubblicato con Atlantic Records, poi hai rilasciato Krystal da solo e l’EP uscirà con Nettwerk. C’è una ragione dietro a tutti questi cambiamenti?
[ride] Non c’è una vera ragione, è semplicemente andata così.
Dopo il primo album con Atlantic sono arrivato al punto in cui semplicemente non avrebbe funzionato, non ero nel posto giusto per la mia musica a lungo termine. Sono incredibilmente grato di avere avuto quel tipo di ambiente e di aver potuto vedere di cosa si trattava. E poi con il secondo album, credo che, siccome lo stavo facendo da solo nella mia stanza, fosse come un'esposizione solista completa che mi sembrava giusta, credo sentissi di avere molto da dimostrare dopo aver lasciato Atlantic e di provare quella sensazione naturale di "Non sto firmando per un'etichetta, non sono un musicista", che non è il modo giusto di sentirsi, ma penso che si cresca pensando che le 2 cose si escludano. E poi con questo terzo disco ho pensato che non ero mai stato in un'altra etichetta e mi andava bene, ma poi questo canadese, questo ragazzo canadese davvero adorabile mi ha contattato e ci siamo sentiti un paio di volte su Zoom e inviati molte e-mail e lui capiva esattamente cosa volevo fare, è arrivato in una fase in cui nessuno ha molto spazio per provare a trasformarsi in qualcosa che non è, penso vada così. Finalmente ho trovato il team giusto con cui mi seno bene, condividendo con loro una sorta di responsabilità.
Anche se al momento sei con Nettwerk, hai prodotto questo EP prevalentemente da solo a casa, giusto?
Principalmente sì, ci sono alcune canzoni che ho prodotto con Ben Baptie e Jonathan Rado.
Ma ho letto sul comunicato stampa che sei stato un po’ aiutato da Brian dei The Lemon Twigs e Asha Lorenz dei Sorry. Come li hai conosciuti e hai deciso di lavorare con loro?
Beh, quando ero con Jonathan Rado, quando sono andato a fare musica con Rado un paio di anni fa o un anno e mezzo fa, Brian è venuto in studio e ci siamo incontrati, è stato un grande onore, è davvero troppo bravo. Sono sempre stato fan dei The Lemon Twighs e poi li ho supportati, ho suonato in alcuni show con loro in Inghilterra e poi in tour. Lui è stato completamente d’aiuto, ha aggiunto molto, ha suonato un po’ su alcune canzoni, queen bee è un esempio di lavoro fra noi. E poi Asha… sono diventato amico di Asha semplicemente perché andavamo agli stessi concerti e suonavamo agli stessi concerti un po’ di anni fa a Londra e io sono diventato un super fan dei Sorry e pensavo e penso ancora che Asha sia unica nel suo genere. Abbiamo passato un paio di giorni qua e là a fare musica insieme, lei è in diverse mie canzoni anche in Krystal. È semplicemente fantastica.
Si ringrazia Silvia Sanzò per la traduzione.