09 febbraio 2021

Di sushi, indie e dialetto siracusano: intervista a Marco Castello

I tre elementi importanti per una buona intervista: parlare di indie e sushi sentendosi rispondere in dialetto siracusano. Questo ci ha offerto Marco Castello, il quale, venerdì scorso (5 febbraio 2021 ndr) ha fatto sorridere e ballare i suoi ascoltatori sulle note del primo album Contenta Tu, pubblicato con 42 Records. La sua è una produzione che però travalica i confini italiani: il disco è stato interamente registrato a Berlino, ai Butterama Studio, prodotto da Marcin Oz (The Withest Boy Alive) e Daniel Nentwig. Fondamentale è stato anche Erlend Oye, leader dei Kings of Convenience, diventato ben presto un amico su cui fare sicuro affidamento dal punto di vista musicale.

Marco ci ha portato nella sua personale dimensione, dove funk, jazz, blues e pop si miscelano assieme per creare un ibrido vincente e interessante. Contenta tu affianca con sapienza canzoni eterogenee, imperniate di tante piccole trame e soluzioni armoniche, dando vita ad un sound fresco e leggero, elegante e al tempo stesso grezzo. Non solo tu, ad essere stati contenti di aver ascoltato questo lavoro siamo stati anche noi. E tantissimo.

Ecco il perché.

Qual è un retroscena o curiosità inedita che c’è dietro il disco? 

Ero con Erlend la prima volta che sono andato in Sud America, in uno studio bellissimo vicino Santiago in mezzo alle montagne. Mi ricordo di avergli fatto sentire lì per la prima volta Torpi, prima ancora che venisse registrata. Così gli piacque e di lì a poco avrebbe deciso di farmi registrare un album con la sua etichetta. In studio, quello stesso giorno, c'era un altro gruppo che se ne andava via ed erano i... Gipsy Kings! Li abbiamo salutati e siamo andati a cena insieme. Tutto questo mi ha lasciato un bellissimo ricordo e tutt'oggi mi fa sorridere.

Come hai conosciuto Erlend Oye e qual è il rapporto che hai creato con lui in questi anni?

Erlend si è trasferito a Siracusa, dove sono nato e cresciuto. Inevitabilmente suonando in giro... Siracusa non è proprio una metropoli, quindi se scopri qualcuno che suona è molto facile entrare in contatto. Così l'ho conosciuto in una di queste jam improvvisate in mezzo alle piazzette di Ortigia, che è il centro storico di Siracusa. Da lì è partita tutta questa lunga storia: adesso siamo grandi amici anche grazie a La Comitiva che è il progetto portato avanti assieme a lui. Abbiamo passato l'ultima zona rossa a casa sua.

Come mai la decisione di registrarlo a Berlino?

Perché Erlend assieme a Marcin (che si è trasferito anche lui a Siracusa) della Bubbles Records suonavano assieme nei The Whitest Boy Alive e registravano in uno studio a Berlino, lo stesso di Daniel Nentwig (tastierista dei TWBA). Abbiamo colto l'occasione e abbiamo registrato lì.

Per annunciare i tuoi singoli hai realizzato cose fuori dall’ordinario (una su tutte penso alla live streaming durata un giorno intero per la presentazione di Dopamina): qual è il tuo rapporto con i social? Credi che senza queste piattaforme di condivisione, ad oggi, sia complicato uscire fuori?

Penso che se stai esordiendo sì, è un po' inevitabile avere dei social per farsi pubblicità. In realtà adesso io mi sento un po' schiavo e dipendente, un po' una nuova droga. Qualche volta medito di togliermi tutto, ma in questo momento non posso perché mi serve per promuovere tutto, forse magari più in là proverò a disintossicarmi un pochino.

Per caso hai visto The Social Dilemma? Quali erano i tuoi pensieri ricorrenti mentre lo guardavi?

Sì. Inquietudine. Parecchia inquietudine, ti dico solo questo.

Com’è nata l’idea per il video di Porsi?

Grazie ai ragazzi di Ground’s Oranges, questo gruppo di Catania, che tra l'altro è vicinissima Siracusa. Fanno sempre video per Colapesce che anche lui è della provincia di Siracusa e fa parte, come me, di 42 Records. Avevamo contatti comuni ed ero molto fiducioso del loro lavoro quindi gli ho dato carta bianca. Il regista aveva di base questa idea: una sorta di viaggio dantesco, o meglio, una sorta di colloquio con i professori sottoforma di viaggio dantesco. A me l'idea è piaciuta subito e siamo andati avanti nella sua realizzazione.

ionicons-v5-c

Ad inizio gennaio si è discusso molto sul fatto che soltanto l’1% dei 196 miliardi di euro del Recovery Fund sia destinato ai giovani: siccome il tuo disco è anche un inno e un ricordo ai tempi scolastici, cosa ne pensi di questa scelta?

Mi sembra coerente col fatto che l'Italia sia un paese di vecchi, quindi credo che per i giovani ci sia poco interesse.

Quali sono state le influenze non musicali che hanno ti hanno permesso di scrivere e musicare Contenta Tu?

Le figure di merda che ho fatto durante tutta la mia vita! Sono storie... semplicemente mi piace parlarne e siccome gli spunti non mi mancavano, mi sono buttato.

E di quelle musicali che mi dici?

Tantissime. Ho sempre ascoltato e suonato di tutto. Sicuramente un amore particolare va al gusto e all'estetica del funk anni '70, alla disco, la italo-disco. Tutto quello che faccia ballare e faccia suscitare tramite l'ascolto, una reazione involontaria. Questo per me è una magia e quindi mi piace sia che possa esserci qualcosa da ballare sia qualcosa che mi faccia viaggiare, magari anche con un testo che abbia dietro una bella storia. Queste tre componenti penso possano essere attribuite a tantissimi lavori, sarebbe un elenco lunghissimo.

Qual è la canzone del tuo ultimo disco alla quale sei più legato?

In realtà sono stato legato un po' a tutte in periodi vari. Sono state scritte in un arco di tempo piuttosto lungo e non dovevano essere un disco. Anzi, quello che succede adesso, che magari ascolto le cose un po' più vecchie, è un senso di imbarazzo e vergogna piuttosto che d'affetto. Penso sia comunque normale, però, ripeto, da vari punti di vista sono legato un po' a tutti i pezzi.

Musicalmente parlando, cosa ti aspetti da questo 2021?

No guarda non mi faccio nessuna aspettativa perché ho il terrore di essere deluso. Mi piacerebbe poter dire che possa succedere nuovamente di ritornare a suonare ma se poi bisogna richiudere tutto... Credo che la situazione possa ritornare normale l'anno prossimo come minimo. Magari la situazione che non si possa tornare direttamente ai live può essere motivo per qualcuno per iniziare o tornare a comporre, scrivere, pubblicare musica nuova e questo, comunque, fa piacere e ben sperare.

«Non il volgare, non il dozzinale addobbato a festa, ma il prodotto dello scarto tra intenzioni e risultato, in relazione a un modello "alto" che si vorrebbe ricalcare.» Perché questa citazione alla fine del video di Torpi?

Quella è la definizione di trash, traduzione della parola torpi, che è il termine siracusano con il quale intendiamo i tamarri sostanzialmente. Si prestava benissimo.

ionicons-v5-c

Io sono di Roma, profano, non avevo capito...

Non so come dite lì... i coatti? Comunque questa definizione mi sembrava parecchio giusta e quindi alla fine del video l'ho messa.

Ma è vero, come scrivi e canti in Villaggio, che «il sushi e l’indie ti fanno cacare»?

Non più, non più. All'inizio, quando ho scritto questo pezzo, era il 2017 ed è stato il primo in assoluto che ho composto. L'avevo scritto un po' per sfida, perché tutti mi facevano sentire roba nuova e a me non piaceva molto. Dopo poco la gente si rompeva e mi diceva: "Allora se sei bravo perché non lo fai tu?" e allora l'ho fatta.

E, ad oggi, che definizione daresti di “indie”?

Una definizione diversa da come in realtà era nato; sicuramente. Nasce come un qualcosa di fuori dalle etichette, autoprodotto, fuori dai media, dalla stampa... Adesso credo che succeda il fatto che il pop radiofonico e commerciale non soddisfi più le esigenze di una grande fetta di pubblico, magari quella più giovane. Sono contento che stia diventando sempre più riconosciuto, sia arrivato a Sanremo e abbia la capacità di andare oltre il pubblico universitario.

Per chiudere: un artista indie che consiglieresti o che stai ascoltando nell'ultimo periodo?

Vado sul sicuro e ti dico: Colapesce Dimartino, Cosmo. Mi è piaciuta tantissimo anche l'ultima uscita di Tutti Fenomeni... insomma attualmente sono molto contento delle cose che escono.