21 dicembre 2023

I Queens Of The Stone Age conquistano l'Europa: il live in Lussemburgo

In Bruges spostati, in Belval benvenuto: circa un mese fa abbiamo nuovamente esteso la presenza di Noisyroad sul suolo europeo, questa volta in Lussemburgo, per scrivere rigorosamente In Times New Roman quello che è stato il secondo capitolo del tour europeo dei Queens Of The Stone Age nella celeberrima Belval, frazione mezza universitaria mezza industrial-cyberpunk di Esch-Sur-Alzette, ad una manciata di pochi chilometri dalla capitale. Postone eh (spoiler: davvero).

Belval, Esch-Sur-Alzette, Lussemburgo

A sole poche settimane quindi dai concerti a panem et circenses sul suolo a stelle e strisce, l’apparentemente semplice scampagnata di Josh Homme e dei suoi Villains nel vecchio continente si è dimostrata a conti fatti un vero tour de force, che in un mese scarso è riuscito a fare tappa in tutte le città più fredde d’Europa, una notte dietro l’altra.

Dalla Germania all’Irlanda, passando per il Belgio e la Francia. Dal Manzanarre al Reno, dall’Alpi alle Piramidi in ghisa del Lussemburgo più industriale e secolare. Fu vera gloria? Agli “esorcizzati” sotto la nuova corona dall’alloro dei QOTSA l’ardua sentenza. Perché, contro ogni aspettativa e malgrado potesse sentirsi la distanza dal deserto-culla del sound a sonagli, di esorcismo si è trattato: tanto per il pubblico, benedetto dalle migliori scalette di sempre (diversa di sera in sera e piene di chicche tratte dall’intera discografia del gruppo), quanto per gli stessi Queens, che sono ormai rinati rispetto gli strascichi e sbandate del tour di Villains. Coesi, precisi, ironici come non mai. La formazione più che rodata di Like Clockwork… si è manifesta come un solo organismo. Un serpente che stringe gli spettatori in una morsa unica.

Credits: Andreas Neumann

Ma torniamo in Lussemburgo.

Per quanto dunque potesse sembrare limitante vedere la band in una tappa di minor rilievo rispetto alle altre capitali, il concerto alla Rockhal di Esch-Sur-Alzette ha preso una piega tutta sua.
Che il Lussemburgo fosse infatti il paese fazzoletto con PIL da capogiro, colesterolo alto, trasporti funzionali e cieli tempestosi era cosa nota, ma nessuno si sarebbe mai e poi aspettato che fosse anche il più fortunato per la scaletta dei QOTSA, o meglio di una completa ricostruzione di questa. Ora ci arriviamo.

Chiusi infatti gli atti di apertura dei Deep Tan e dell’immediato punk australiano dei The Chats, un puntualissimo pallore di tenebra si estende sul palco, anticipando di pochi secondi la prima sorpresa della serata: neanche il tempo di sgomitare per le prime file che il Lussemburgo è travolto dall’ineguagliabile, storico, iconico, riff di Regular John, l’originale opener del self-titled del ’98, così da mettere subito in chiaro il mood.
Scaldato il motore, Homme scatena immediatamente noi spettatori e i suoi a mille con No One Knows, Smooth Sailing e My God Is The Sun: lui praticamente un capo apache alle prese col noto umorismo lussemburghese; Troy Van Leeuwen e Michael Shuman in sincro e sempre più fuori controllo sotto i colpi animaleschi di batteria di Jon Theodore, mentre Dean Fertita chiude il cerchio controllando la situazione e che i ragazzi non si facciano male in tutto questo.

Queens of the Stone Age live @ Rockhal, Luxembourg 2023
Queens of the Stone Age live in Lussemburgo, 2023

Al che succede qualcosa di inspiegabile: il buon Josh, senza se e senza ma, ha di colpo un’epifania, un lampo, un art attack. Finiti questi pezzi, decide di stracciare completamente la scaletta e di suonare (più o meno) a richiesta i suggerimenti del pubblico.
Si parte dalla recentissima Emotion Sickness, fino ad arrivare al blues spettrale di If I Had A Tail, con tantissimi cenni appunto all’ultimo disco con Time & Place e Carnavoyeur.
Scatta una seconda scintilla ad Homme. Decide di suonare per la prima volta da quasi sei anni Leg of Lamb: Esch-Sur-Alzette è confusa, poga senza sosta; si distinguono i fan di vecchia data dai neofiti.
Le luci si abbassano ancora di più. Partono le prime note In The Fade. Uno dei momenti più emozionanti a cui abbia assistito ad un concerto. Non dirò di più.

Ancora tutti scossi, un synth sporco direttamente da un’era molto più volgare si fa largo tra il pubblico e tra lo sgomento arriva anche la conferma che i QOTSA implacabili, ormai senza limiti in un concerto in cui finora hanno suonato con una meticolosità impeccabile, stanno veramente per far partire sua maestà Misfit Love.

“Ain’t born to lose, I’m born to win.”

Ci crediamo. Diamine, se ci crediamo.

Diamo questa fiducia anche a Negative Space, Little Sister e Make It Wit Chu. Classici e novità si fondono egregiamente, dando poi vita all’epica messa in scena di Straight Fitting Jacket, forse uno dei punti più alti del concerto e palesemente una delle preferite del cantante, che ne sfrutta il carattere da ars oratoria per trasformare l’esibizione in un rito al limite dell’occulto: trascina quindi il pubblico già in trance in cinque minuti di coro di “Carpe Demon”, fino a farsi travolgersi lui stesso e gettarsi in mezzo alla folla e sotto queste voci, attraversando interamente il cuore del parterre che gli si apre davanti ad ogni passo e nuovo verso aggiunto al brano come flusso di coscienza.
L’encore sigillerà poi solennemente questo patto tra noi e i Queens con Go With The Flow, la loro formula liturgica per sancire la fine dello spettacolo.

Ne usciamo tutti increduli, sbalorditi e con la smania di triangolare la data successiva in cui vedere nuovamente questo gruppo, che ha ben dimostrato di aver ancora una buona mano di carte da giocare per stupirci.
La data è stata annunciata e sarà in Italia, a Milano, per gli I-Days Milano 2024. 6 luglio, un giorno da cerchiarsi sul calendario.

Queens of the Stone Age promo photo 2023
Credits: Andreas Neumann