26 febbraio 2024

The Last Dinner Party non sono un bluff: il debutto italiano alla Santeria di Milano

Ammettiamolo, buona parte del pubblico, noi compresi, è entrata alla Santeria di Milano con la puzza sotto al naso, le orecchie tese e soprattutto pronta a dichiarare a gran voce l’ultimo grande bluff del rock d’oltremanica. Persino in Inghilterra, nonostante un album di debutto convincente e primo in classifica, c’è chi considera The Last Dinner Party un progetto costruito a tavolino. Uno di quelli che funziona perché vogliono che funzioni: “Vedi, hanno dato loro pure James Ford alla produzione”. A fronte però di un disco come Prelude to Ecstasy, art rock ben scritto e suonato, senza riempitivi e con due tre singoli di spessore, la prova definitiva era quella del live.

E le cinque ragazze ci hanno stupito. Sarebbe più corretto dire, hanno confermato le buonissime sensazioni dello studio, dato che, in fin dei conti, è stato un pregiudizio a farci pensare il contrario. Il gruppo si è presentato sul palco accolto dalla strumentale che apre l’album, poi ha cominciato a suonare senza troppi fronzoli. Anche il look delle componenti, tolto il vestito bianco e il velo della frontwoman Abigail Morris, era poco appariscente e “medievale”. Il suono compatto di Burn Alive apre il concerto. Si comprende subito una cosa: le Last Dinner Party non sono poser in maschera. Lo stile barocco è insito nella loro musica e non hanno bisogno di altro.

The Last Dinner Party live @ Santeria Toscana, Milano 25/02/2024
Credits: Maria Laura Arturi

Abigail è una vera leader, saluta il pubblico, introduce la band e non riesce a smettere di ridere per quanto apprezzi l’affetto del pubblico italiano. Nel parterre sold out sono diversi i fan già legatissimi all’immaginario della band. Basta contare il numero di coroncine di fiori che emergono qua e là. Quando partono Caesar on a Tv Screen e The Feminine Urge il pubblico si scioglie e canta a memoria i versi delle canzoni. Ciò che colpisce più di ogni altra cosa è l’incredibile fedeltà alle sonorità del disco, sia per quanto riguarda la voce che la resa strumentale. Il concerto va avanti e segue, a eccezione delle due hit My Lady of Mercy e Nothing Matters spostate strategicamente in chiusura, la tracklist del disco.

Se si dovesse scegliere un segmento preciso del live, quello in cui ci si è resi conto del fatto che sì, le Last Dinner Party sono una vera rivelazione, di certo è il momento di Beautiful Boy. Eseguito prima della ballatona struggente On Your Side «questo è l’unico pezzo in cui potete piangere» preannuncia Abigail – era una delle tracce del disco più barocche e complesse. Il risultato è una prova vocale di spessore, anche nei cori e nelle armonie, oltre che nell’esecuzione tecnica. La chitarrista Emily Roberts suona il flauto e poi il mandolino. In più, forse proprio per la sua difficoltà, è il pezzo che scioglie definitivamente tutte le altre componenti della band. Da lì in poi è una festa rock. Ci si scatena con Sinner, con la seconda chitarrista Lizzie Mayland che si aggira per il palco, mentre Abigail raccoglie mazzi di fiori dalle prime file.

Non è passata ancora un’ora e tutto è già finito, eppure nessuno è scontento. D’altronde, le Last Dinner Party hanno un solo disco e l’hanno suonato splendidamente dall’inizio alla fine. Per ora va benissimo così. E noi, come pubblico italiano, abbiamo fatto una bellissima figura, tant’è che Abigail la definisce la data più bella del tour. Sarà una di quelle frasi fatte che si inseriscono nella setlist di ogni concerto come se fossero delle canzoni? Poco importa, speriamo che le cinque ragazze tornino presto, magari con qualche brano in più nel repertorio, in modo da prolungare l’estasi il più possibile.