I Baustelle ci mancano.
Mancano ai vent’anni di chi è cresciuto con i suoni e le parole di Sussidiario Illustrato della Giovinezza (stiamo parlando del 2000) e da lì non li ha più mollati e mancano ai miei di vent’anni, i vent’anni di chi quelle parole e quei suoni li ha scoperti tutti in una volta sola e se li tiene ancora stretti, colpevole solo di essere nata in contemporaneo a essi.
Mettiamo che tu voglia avvicinarmi
Solo perché
Sei fatta ed hai vent'anni
Mettiamo che ti chieda di seguirmi
In macchina
Mi daranno vent'anni
Ce lo raccontano nelle note de Il Seno e lo fanno con la stessa cura impressa in tutta la loro discografia, la cura per le parole esatte, che diventano sensazioni, odori, sapori ma, soprattutto, quella per le parole che giustificano l’imperfezione dell’essere esseri umani.
I Baustelle hanno creato un immaginario.
Questo immaginario è saturo di eleganza stilistica e di consapevolezze sciorinate con leggerezza ma, quasi in modo parallelo, presenta un’aura animale e molto spontanea. È una dualità rappresentata benissimo dai personaggi che hanno abitato le loro canzoni anno dopo anno: alcuni li conosciamo tutti ( c’è Baudelaire, Amanda Lear, c’è La canzone di Alain Delon), ma ci vengono presentati in una maniera insolita, altri sono simili a noi, con dei nomi propri ma comuni, da Sergio a Martina, la prima protagonista di questa lista dei 10 personaggi delle canzoni dei Baustelle.
MARTINA
Incontri per solitudine
Mascara denso per nudità
Piccole catastrofi
Per minuti intimi
Tutto ciò significa
Scavare in profondità
La scelta di un nome molto popolare forse c’entra qualcosa con la descrizione di situazioni vissute più o meno dalla maggioranza delle adolescenti: tutti siamo stati lì a barattare i nostri umori e le nostre voglie per quei momenti in compagnia di qualcuno, intimi e, in qualche modo, eterni.
Martina è una banale festa di venerdì sera a cui siamo stati tutti invitati e in cui tutti abbiamo riposto le nostre speranze giovanissime. Mi fa pensare a una giovinezza vissuta esattamente nell’unico modo in cui poteva essere vissuta (del resto è inserita nel primo album della band, che è letteralmente il Sussidiario Illustrato della Giovinezza), prendendo a morsi il mondo, con la continua ricerca di profondità e con il rischio, altamente probabile, di rimanere feriti («Tutto ciò vuol dire che anche tu mi tradirai»).

LA CANZONE DI ALAIN DELON
Dall’album del 2003, La moda del lento, viene fuori la figura di Alain Delon, bello e impossibile, il pretesto per un’intro memorabile:
L'unica cosa che ho è la bellezza del mondo
La sola cosa che so è che vorrei conservarla
Per me
Il protagonista di questa canzone si paragona all’attore, riflette, si auto commisera («Ero più bello quando stavo con te») fra constatazioni universali e dilemmi personali. Bianconi affermò durante un’intervista a Rockit:
Se non ricordo male, scrissi abbastanza di getto questa canzone, e si sente. Armonicamente banale, il pezzo snocciola in libertà parole di astio contro la donna che mi aveva appena lasciato. Non c'è nulla di male, per carità; in fondo anche Like a Rolling Stone è così. Ma questa è assai più brutta è stupida. Eppure, funziona. E per me rimane un classico senza tempo dei Baustelle.
Ed ecco perché hanno continuato a riproporla negli anni durante i concerti, accontentando tutti quanti.

IL CORVO JOE
È il 2015, dieci anni dopo l’uscita de La Malavita, quando il primo pezzettino dei Baustelle arriva sul mio amatissimo iPod Touch per sconvolgermi. Si imprime nella mia mente lo sguardo penetrante della ragazza in copertina, ci si imprimono le parole di La guerra è finita e Un romantico a Milano. Ci si imprime quell’immaginario di cui parlo sopra e lo fa in maniera spedita, senza alcun background, nessuna presentazione, seducendo e coinvolgendo la mia mente adolescente nelle vicende di personaggi che apparentemente non appartengono a nessuno, ma mi diventano subito amici.
Il Corvo Joe è uno di loro. Ed è anche uno di noi:
Io sono il Corvo Joe
Faccio paura
State attenti, lasciatemi stare
Solo certi poeti del male
Mi sanno cantare
Ma vi perdono
Perché in fondo portate nel cuore
Sangue che è destinato a seccare
Vivete un morire
Mi piace pensare che Il corvo Joe viva in silenzio in ognuno di noi quando preferiamo restare in disparte a osservare gli altri arrivando alle nostre verità interiori. È taciturno. Conosce, ma non ha bisogno di farcelo sapere.
È grazie a lui e ad altri personaggi creati che me la sento di paragonare Bianconi a De Andrè, nella forma, nel tono grave e soprattutto nella capacità di ricreare queste favole tristi e nitidissime.
E vi dico che, in realtà, questa canzone era stata originariamente scritta per Adriano Celentano, nel caso in cui non lo sapeste.

BAUDELAIRE
Abbiate pietà, Amen ne ha sfornate troppe di personalità iconiche:ho dovuto scegliere. Del resto è nella top 3 degli album del gruppo preferiti da Bianconi.
Ho scelto Baudelaire perché è bellissima e perché è una speranza. È il bisogno di celebrare l’arte come unica salvezza in questa vita, un concetto decantato da tutti, certamente, ma mai, a mio avviso, così brillantemente.
L’anti – suicidio, almeno spirituale, il trionfo degli stimoli, sono altre definizioni che darei a questo pezzo. Si chiama Baudelaire , ma avrebbe potuto chiamarsi anche Pasolini (per la mia gioia):
Pasolini è morto per te
Morto a bastonate per te
Nello stesso istante
In qualche altra spiaggia
Si è fatto l'amore
Uniti contro il mondo
È necessario credere
Bisogna scrivere
Verso l'ignoto tendere
Ricordati Baudelaire

CRISTINA
Gli spettri agitano coscienze storiche
Fatti epocali, stragi piccole
Colpe e peccati e scie di cenere
Ciò che ci fa paura siamo noi
Conta poco, conta meno di quanto dovrebbe tutto quello che troviamo lì fuori se siamo troppo impegnati a combattere con i nostri di mostri. Cristina prova a scacciare i suoi tra le strade di Bologna, ma è difficile farlo con la nostalgia in primo piano. Anche se è scomodo farle posto lei trova sempre il modo di intrufolarsi nei momenti in cui «Bruciavamo come se fosse sul punto di scoppiare l'avvenire», in mezzo a qualche Fantasma.
L’omonimo album del 2013, il migliore per moltissimi, è un concept album in cui si rincorre il passato per indossarlo, attraversarlo ed esorcizzarlo.

BETTY
Siamo arrivati alla pseudo contemporaneità, al momento in cui la mia esistenza si allinea a quella dei Baustelle. È il 2017 e due concetti rimbombano fortissimi nella mia testa e nelle mie cuffie: L’amore e la violenza. Vedo l’amore e la violenza nell’abbraccio delle due donne in copertina, li vedo nei miei pomeriggi imparanoiati e in quella mia relazione molto viva. Continuo a vederli oggi sul fondo di tutte le cose.
Non me ne vogliate, quindi, se scelgo ben tre canzoni di uno degli album più significativi dei miei ultimi anni «insignificanti».
Betty è bravissima a giocare
Con l'amore e la violenza
Si fa prendere e lasciare
Che cos'è la vita senza
Una dose di qualcosa, una dipendenza?
Betty ha talento, sa ballare
Con l'amore e la violenza
Vive bene, vive male
Non esiste differenza
Tra la morte di una rosa e l'adolescenza
Parlare di Betty è per me delicato quasi quanto Betty lo è. Una storia che, per quanto drammaticamente romantica, rimane solo una storia. Al limite una metafora, incastrata fra l’adolescenza e la morte di una rosa. La storia di Betty, ci rassicura Bianconi, è un sogno, è affacciarsi sulla fine sfiorandola senza toccarla davvero, è un pensiero più o meno superficiale.
La versione più recente e poetica del Perchè una Ragazza D'oggi Può Uccidersi?.

AMANDA LEAR
Lei non è che un escamotage per gridare la cosa più vecchia del mondo e cioè quei due si amano! Però con le paillettes.
I wanna be Amanda Lear
Il tempo di un LP
Il lato A, il lato B
Che niente dura per sempre, finisce ed è meglio così
Amanda Lear
Soltanto per un LP
Il lato A, il lato B
Che niente dura per sempre, figurati io e te
L’amore esiste, certo, è anche potentissimo e tremendamente vero, ma poi finisce. O comunque le relazioni finiscono e la disillusione regna sovrana. Fine.
Oppure, Amanda insegna all’incontrario: le relazioni finiscono e la disillusione regna sovrana. Ma l’amore esiste, certo, ed è anche potentissimo e tremendamente vero, quindi tanto vale ballarci su. Magari con qualcun altro. Qualcuno a caso, trovato a un concerto o chissà dove.
L’importante è che non si arrivi a pronunciare una delle mie frasi preferite e cioè: «Il tuo pessimismo da quattro soldi chiaramente aveva fatto proseliti».

VERONICA, n.2
A proposito di lato B, L’amore e la violenza vol.2 è, in qualche modo, il lato B del disco precedente.
Si aggiunge un 2, ma la radice è la stessa e le verità da cantare pure. È un lato B che cattura la nostra attenzione perché è appariscente e molto reale (oltre a essere l’ultimo lavoro del gruppo). Se nell’album del 2017 era La Violenza a prevalere, intesa come degrado sociale e decadenza, quello successivo (2018) lascia più spazio all’Amore.
Anche Veronica è accompagnata dal n.2, perché è la conseguenza di un primo tentativo fallito. Questa è la seconda canzone d’amore scritta per Veronica:
Non voglio piangere sul tuo passato
Non ne so nulla degli affari tuoi
Di chi è venuto di chi se ne è andato
(e di chi ti ha toccato il culo)
Di chi ti ha detto di sì
Di cosa pensa tua madre
Ma se il dolore che s’indossa d’inverno
È l’unica certezza di ogni amante mortale
Il fatto che mi manchi da star male
È la mia unica nuovissima specialità
E il sangue scorre ancora nelle vene
Nel male e nel bene

PERDERE GIOVANNA
Perdere Giovanna
Come perdono gli uomini un giorno o l'altro
L'innocenza e l'identità
Gli accendini, le chiavi, i cellulari
Perdere Giovanna
In un giorno di sole uguale agli altri
Ritrovare la libertà
Di cambiare, drogarsi, uscire a bere
Fottere una donna
Ripartire da zero, immaginare come sarà
Pronunciato domani il verbo amare
Spesso sottovalutiamo la vastità dei vantaggi dell’essere single. E non sto parlando delle cose descritte nel ritornello di questa canzone, ma della bellezza della casualità e della libertà. La libertà di scegliere bene, male, cambiare piani e orari, sbagliare qualsiasi cosa, cambiare improvvisamente idea, uscire non uscire, cambiare città, paese, stato, compagnia, umore.
E poi sì, anche quella di drogarsi e scopare...ma sempre in attesa di nuove profondità emotive.

JESSE JAMES E BILLY KID
Amore è tardi, amore è già la fine
Amore che non piangi mai
In questa terra di violenza e puttane
Amore adesso come stai?
I nostri corpi fuorilegge e il dolore
Saranno seppelliti qui
Sotto la polvere da sparo e il sole
Jesse James e Billy Kid
Sì, lo so, così i personaggi diventano undici.
Una storia d’amore paragonata al rapporto fra due banditi americani, con tutto il brio ma senza il rischio.
Un legame che finisce con la rassegnazione e la poesia, perchè «Dietro a ogni fiorellino si nasconde un tumore» e che non finisce quando uno dei due lo ha scelto, ma quando altro, qualcosa di più grande, (ed è questo che glielo concede) lo decide. Inevitabile.

E no, non mi sono dimenticata di Charlie che fa surf, di Alfredo, di L, o de Il vangelo di Giovanni, voglio solo invitarvi ad andarli a conoscere meglio :)